“Reinternalizzare” i servizi a spese di chi?
Il sindacato Cisl Funzione Pubblica solleva il problema della reinternalizzazione dei servizi da parte dell'Asl di Alessandria e porta il caso della cooperativa Marcondiro che gestisce il Progetto Serena da circa 16 anni
Il sindacato Cisl Funzione Pubblica solleva il problema della reinternalizzazione dei servizi da parte dell'Asl di Alessandria e porta il caso della cooperativa Marcondiro che gestisce il Progetto Serena da circa 16 anni
“Da qualche settimana – spiega Alessandro Delfino, delegato sindacale – hanno cominciato a farsi sempre più insistenti alcune voci circa la volontà dell’Asl Al di interrompere l’esternalizzazione del servizio a società esterne (ora il servizio è in scadenza alla Cooperativa Marcondiro, appunto), mettendo a rischio il posto di lavoro per tutti e 6 i lavoratori che si occupano di gestire il servizio in tutte le sue parti, dal primo contatto telefonico, compreso quello nel quale si avvisa l’assistito di essere stato richiamato agli approfondimenti di secondo livello per sospetto di lesione tumorale, fino alla gestione degli istologici degli interventi per cancro della mammella, della cervice uterina e del colon/retto individuati attraverso gli esami di screening, passando per la gestione di dati epidemiologici e di programmazione dell’attività per tutta la Provincia di Alessandria. Da diverse parti parrebbe che la volontà sia quella di gestirlo interamente, reinternalizzandolo”.
Il sindacato, lo scorso lunedì, 7 settembre, ha chiesto un incontro urgente alla Direzione Generale e al Direttore della società competente presso il Distretto Sanitario di Ovada, “ma per ora non è arrivato nessun riscontro”.
“Riteniamo, in questo silenzio assordante da parte dell’Asl – prosegue il sindacato – di dover sottolineare due aspetti: il primo è senza dubbio quello di non preoccuparsi di dare risposta alcuna ai lavoratori e ai sindacati che li rappresentano circa il futuro di sei lavoratori che da ben 16 anni assicurano un servizio che è considerato un fiore all’occhiello dell’Asl e fa parte dei Lea (livelli essenziali di assistenza); il secondo è che tutti, cittadinanza compresa, debbono rendersi conto che decisioni troppo avventate, celate dietro il famoso risparmio di spesa (che dai dati in nostro possesso dovrebbe aggirarsi intorno ai 140.000 € l’anno), rischiano di mandare a morire un servizio che, vista la sua estrema importanza (parliamo appunto di prevenzione oncologica), causa un risparmio ben superiore a quella che è l’effettiva spesa di esternalizzazione”.