Ospedale: 25 anni con l’occhio alla prossima riforma
Il presidente della commissione ragionale Ravetti frena sulle parole pronunciate ieri dal direttore Asl Gentili. "Sui distretti decideremo". Il ricordo di Oddone e Genocchio
Il presidente della commissione ragionale Ravetti frena sulle parole pronunciate ieri dal direttore Asl Gentili. "Sui distretti decideremo". Il ricordo di Oddone e Genocchio
OVADA – “Il modello cui si guarda in Regione tende a centralizzare i costi. Ma è proprio nei centri grandi che spesso si verificano gli sprechi. L’ospedale di Ovada e quello di Acqui sono due ospedali economici per i servizi che danno ai cittadini”. Ad affermarlo è stato il dottor Gianfranco Ghiazza per anni direttore sanitario del presidio di via Ruffini. Echi della riforma regionale sanitaria in fase di discussione a Torino. “Le riforme – ha spiegato il presidente della Commissione in materia, Domenico Ravetti – non si fanno per l’applauso del giorno dopo. Se saremo in grado di creare i presupposti per la sostenibilità nei prossimi anni avremo fatto un buon lavoro”. Il contesto quello della celebrazione dei 25 anni dell’ospedale organizzata dall’associazione Vela. A parlare sul palco del salone intitolato a Padre Giancarlo tanti protagonisti della storia sanitaria ovadese, dall’ingegner Vincenzo Rossi, progettista, al professor Enrico Resegotti, Chirurgo. “L’ospedale – è intervenuto Renzo Bottero, presidente del comitato di gestione all’epoca della costruzione e ex sindaco della città – l’abbiamo voluto in quel punto, e non a Lercaro, perché fosse inserito nel tessuto urbano”.Spazio anche al ricordo di due figure. “La sanità pubblica – è intervenuto Federico Fornaro, tratteggiando la figura di Andrea Oddone scomparso due mesi fa – è un tratto distintivo della cultura europea. E Andrea l’ha sempre difesa nel rispetto degli ultimi e dei deboli e nella consapevolezza che proprio la malattia ti pone in questa condizione”. La figura di Vincenzo Genocchio è stata ricordata da Caterina Gaggero, ex collega nel mondo della scuola. “Per l’ospedale ha messo la faccia. La sua battaglia è stata quella di convincere la Regione della necessità di un ospedale nuovo per l’USSL più piccola della provincia. Ha saputo anche amministrare le risorse arrivate, anticipando in qualche modo il concetto di manager tanto attuale”.