11 settembre 2001: un giorno che ci ha cambiati dentro
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Claudia Pessarelli - redazione@alessandrianews.it  
11 Settembre 2015
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11 settembre 2001: un giorno che ci ha cambiati dentro

Quel giorno ci ha tolto tanta sicurezza, ci ha fatti diventare sospettosi verso il prossimo. Siamo forse diventati paranoici e vediamo pericoli dove non ci sono? Non credo, visto che qui negli Usa le fonti ufficiali continuano a ripeterci: “be aware of your surroundings” (guardatevi attorno)

Quel giorno ci ha tolto tanta sicurezza, ci ha fatti diventare sospettosi verso il prossimo. Siamo forse diventati paranoici e vediamo pericoli dove non ci sono? Non credo, visto che qui negli Usa le fonti ufficiali continuano a ripeterci: “be aware of your surroundings” (guardatevi attorno)

OPINIONI – Oggi è l’11 settembre. Sono trascorsi 14 anni da quel giorno in cui tutto è cambiato. È proprio una vita fa! Era davvero tutto diverso, pensateci! Noi eravamo diversi. Non mi dite: “bella scoperta, avevamo 14 anni di meno!”. Non è solo quello, l’11 settembre ci ha cambiati dentro. Ci ha tolto tanta sicurezza, ci ha fatti diventare sospettosi verso il prossimo.  Siamo forse diventati paranoici e vediamo pericoli dove non ci sono? Non credo, visto che qui negli Usa le fonti ufficiali continuano a ripeterci: “be aware of your surroundings” (guardatevi attorno).

Che ne dite? Pensateci? Lo facevate prima? Quando salivate su un aereo, vi guardavate intorno a vedere se qualcuno aveva un fare sospettoso o se c’erano bagagli lasciati soli in mezzo alla sala d’attesa? Io no, ora eccome se lo faccio!

Momento di esame di coscienza: oggi andate con il cuore leggero in posti affollati o c’è sempre, che vi frulla nella mente, il tarlo della paura, del terrore? Se c’è, purtroppo questo vuol dire che hanno avuto successo.  Brutto dirlo, vero?

Eppure io ho vissuto gli anni delle BR e dovrei aver già conosciuto questa sensazione. Però è anche vero che la memoria storica ha le gambe molto corte e si fa presto a dimenticare. Per noi italiani sono state le Brigate Rosse, ma ci dimentichiamo forse dell’Irlanda del Nord? E che ne dite di Sarajevo e della Bosnia? Di terrore, pure nella vecchia e civilizzata Europa ne è stato sparso anche in anni recenti. Parole come pulizia etnica sono ritornate nel vocabolario troppo presto dopo quello che era successo nella Seconda Guerra Mondiale. Eppure è successo!

Politica e religione, sono brutte bestie, quando diventano estremizzate. Se nel caso delle BR non potevamo vedere il nemico, che era uguale a noi, ma soprattutto gli attacchi non erano kamikaze, quello che ci lascia spiazzati nel nuovo terrorismo è l’uso di nostri simili che si immolano in prima persona e, per chi come me rispetta la vita di ogni essere, questo è inconcepibile.

Il sospetto per chi ci circonda è aumentato all’ennesima potenza e la diversità di pelle, abiti e religione ci crea disagio. Mi vergogno a dire che sono caduta anche io in questa trappola e qualche anno fa ho fatto un viaggio aereo veramente brutto Italia-Usa: c’era un passeggero nella fila davanti a me, ma, poiché era seduto nella fila di fianco, lo potevo vedere. Viaggiava solo, non aveva bagaglio e ha trascorso molto del tempo con un libro tra le mani, un libro i cui caratteri non erano quelli quelli del nostro alfabeto. Ho avuto paura: il sospetto e il pregiudizio mi hanno imprigionata. Stavo veramente male, ma alla fine mi sono sentita piccola ed infima. Io che vivo in uno stato multiculturale e che rispetto le persone e le loro religioni mi ero lasciata prendere dal sentimento del pregiudizio.

L’ignoranza e il pregiudizio sono terribili e possono diventare armi altrettanto letali nelle mani di ignoranti. Tre anni fa in una cittadina qui vicina, Oak Creek, un pazzo omicida è entrato in un tempio indiano Sikh, religione pacifica, ma diversa, e ha fatto una strage. I Sikh portano barbe, turbanti e vestono di bianco.

Adesso non è solo prendere un aereo, la paura si è estesa alla quotidianità. Il sospetto ci circonda e ci ha fatto diventare più cattivi. Centri commerciali (Nairobi), treni (Madrid), metropolitane (Londra), ma anche mercati (troppi per ricordarli tutti), eventi sportivi (Boston), chiese (in molti paesi africani) e moschee (anche qui troppe, gli ultimi attentati a Kuwait City, Bangkok e Rjiad) sono diventati obiettivi da colpire. Bambini, donne e uomini vanno a morire e si portano dietro tanti loro simili.

Ho amici musulmani e di altre religioni che non siano la cattolica: non chiedo “Di che religione sei?” quando incontro una persona nuova. Mi sono seduta al tavolo con ebrei e musulmani e ho condiviso il cibo con loro e la loro ospitalità. Sono pacifici come noi, non sono diversi da noi. Sono le schegge impazzite di ogni religione che fanno paura, ma non facciamo di tutta l’erba un fascio per carità! Lo dico a chi mi legge, ma lo dico anche a me stessa per non dimenticarmene!

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