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Ovada e Acqui nello stesso distretto
Il direttore dell'Asl Al a Ovada per il convegno di Vela parla dei problemi economici e del futuro dell'assistenza sul territorio. "Curarsi a casa"
Il direttore dell'Asl Al a Ovada per il convegno di Vela parla dei problemi economici e del futuro dell'assistenza sul territorio. "Curarsi a casa"
OVADA – Il futuro del distretto sanitario di Ovada è nell’accorpamento con quello di Acqui Terme. Ad affermarlo, per la prima volta apertamente, è stato il direttore dell’Asl Al Gilberto Gentili, nell’ambito del convegno tenutosi ieri presso il convento dei frati Cappuccini per la presentazione del progetto “Primavengoio”. “Abbiamo ridisegnato – ha spiegato Gentili – la geografia dell’Asl Al e immaginato quattro distretti. Quello di Acqui – Ovada, anche se in deroga rispetto al mimimo per abitanti di 80 mila stabilito dalla regione, sarà quello dell’integrazione tra ospedale e territorio, un modello che se funziona potrà essere esportato anche negli altri. Il contesto è quello di un’azienda in forte rosso anche per quest’anno. Cercare di curare a casa deve diventare uno dei punti cardine”. Ne farà parte anche il progetto “Primavengoio”, un approccio diverso alla gestione dei pazienti cronici ad rischio basso. “Gli studi – spiega Paola Varese, primario di medicina dell’ospedale di Ovada – dimostrato che il rispetto delle terapie, per pazienti che arrivano a dieci pastiglie al giorno non supera il 40%. Farmaci comunque importanti”. Da li l’integrazione con un’attività che mira anche a modificare la abitudini dei malati. “Introdurremo un codice – prosegue Varese – Il rosso sarà per i farmaci assolutamente indispensabili, il giallo per quelli che il medico può eventualmente eliminare. Il verde e il bianco saranno assegnati a prescrizioni meno importanti”.
L’ospedale cittadino si inserisce nel contesto con l’introduzione di due letti di osservazione breve “per valutare le condizioni di casi più delicati, con la possibilità che vadano a casa il mattino successivo”. Coinvolto nella fase iniziale del progetto un primo nucleo di medici di famiglia.