“Mamma, ti voglio tutta per me!”: la voce della gelosia
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“Mamma, ti voglio tutta per me!”: la voce della gelosia

Torna la rubrica "la psicologa risponde". Questa volta a chiedere aiuto è una mamma preoccupata per il comportamento della figlia, che è molto gelosa, da quando è nato il fratellino

Torna la rubrica "la psicologa risponde". Questa volta a chiedere aiuto è una mamma preoccupata per il comportamento della figlia, che è molto gelosa, da quando è nato il fratellino

LA PSICOLOGA RISPONDE – Scrive Barbara (nome di fantasia) 39anni: “Sono mamma di Teresa (nome di fantasia) di otto anni e Gabriele (nome di fantasia) di nove mesi. Il mio problema è nella gestione del rapporto con Teresa che è sempre più gelosa del suo fratellino. Inizialmente era abbastanza tranquilla ma con il passar del tempo ha cominciato ad avere un calo di rendimento scolastico, poi addirittura non sopportava che invitassi i nonni a casa perché dovevo essere tutta per lei! Dottoressa adesso mi dice apertamente che da quando è arrivato Gabriele non ho più tempo per lei, non la abbraccio, non sono più soltanto sua… diventa ingestibile in presenza anche solo del padre, non mi ascolta, mi racconta bugie su bugie, mi mortifica… mi aiuti ad imparare a gestire il rapporto con mia figlia, perché io non faccio altro che punirla… Grazie!”.

La situazione descritta da Barbara è comune a molte famiglie: l’arrivo di un fratellino può scatenare nei primogeniti sentimenti di gelosia, al punto da creare forti tensioni familiari e mettere in difficoltà i genitori, sia sul piano emotivo per i sensi di colpa, sia sul piano comportamentale per la gestione dei conflitti.
È importante tenere presente che i bambini sono molto egocentrici, considerano i propri bisogni e desideri, cercano di catalizzare le attenzioni di tutta la famiglia, e l’inevitabile perdita di centralità assoluta può essere molto dolorosa e difficile da accettare. Nel caso dei primogeniti, i segnali di gelosia sono solitamente più evidenti e forse più attesi dai genitori, ma non ne sono esonerati i figli unici e i secondogeniti: la gelosia può esprimersi non solo nei confronti di fratellini e sorelline, ma anche nei confronti di uno dei genitori o di altri parenti, insomma di qualsiasi figura che possa in qualche modo minacciare l’esclusività delle attenzioni e cure amorevoli. In questo senso, la gelosia è un sentimento normale e funzionale, che porta a ricercare la vicinanza delle figure amate (in questo caso i genitori) per ricevere attenzioni nel momento in cui mancano o potrebbero potenzialmente mancare; diventa però disfunzionale quando si manifesta attraverso comportamenti aggressivi, provocatori o eccessivamente passivi.
In questo caso, sembra che Teresa abbia modificato il suo comportamento a pochi mesi di distanza dalla nascita di Gabriele, manifestando atteggiamenti aggressivi e provocatori: la bambina non vuole che altri parenti “invadano” la casa, si lamenta di non ricevere abbastanza abbracci dalla mamma, vuole più tempo per la diade mamma-figlia, pretende l’esclusività, racconta bugie, di fronte al papà fa i capricci con la mamma… Queste sono le modalità con cui forse Teresa sta cercando di dire alla mamma qualcosa come “Ho paura, non abbandonarmi”. Certamente, per i genitori è straziante accorgersi che i figli soffrono perché non si sentono abbastanza accuditi, è difficile, se non impossibile, ristrutturare il nucleo familiare e stabilire nuovi equilibri senza che nessuno ne soffra, e proprio per questo il compito della famiglia è accorgersi dei segnali di sofferenza e mobilitarsi per superare i momenti di crisi.

Sarebbe importante avere altre informazioni per avere un quadro completo di questa situazione: come è stata comunicata e vissuta l’attesa del fratellino? Come è cambiata la quotidianità della bambina in questi nove mesi, da quando la famiglia si è allargata? Come si comportano i nonni quando entrano in casa? Esistono ancora momenti esclusivi tra mamma e figlia o c’è sempre una terza presenza?
Restando sul generale, sembra che i comportamenti della bambina siano perlopiù manifestazioni di rabbia nei confronti della mamma che non é più esclusivamente sua. Per questo, il mio primo consiglio per Barbara é quello di creare momenti tra mamma e figlia, offrendo un vero e proprio contenitore temporale entro il quale Teresa possa riconoscere uno spazio esclusivo e protetto da minacce esterne. Può essere complicato dovendo accudire un bimbo di nove mesi, ma Barbara non è sola, può contare anche sul papà e sui nonni di Teresa, ed è più che legittimo chiedere collaborazione, soprattutto se la bambina sta manifestando l’esigenza di passare più tempo insieme. Ad esempio, Barbara potrebbe dire espressamente alla figlia: “dopo che avrò dato la pappa a Gabriele staremo insieme solo io e te per mezz’ora”, proponendo una delle attività preferite di Teresa, e delegando agli altri adulti della famiglia la presa in carico di eventuali esigenze del figlio più piccolo per questo breve tempo. Far sentire a Teresa la sicurezza che esiste ancora uno spazio mamma-figlia garantito e non invaso da altre persone potrebbe attenuare il suo sentimento di gelosia, anche se saranno probabili le proteste e i capricci allo scadere della mezz’ora insieme; si tratta comunque di un insegnamento educativo importante sia dell’esperienza del limite sia dell’esistenza dei bisogni altrui, che per una buona competenza sociale è bene imparare a rispettare.
Per quanto riguarda le punizioni, è importante limitarle ai soli episodi in cui i figli attuano comportamenti molto aggressivi e violano le regole familiari dettate dai genitori (es. alzano le mani su fratelli/sorelle/genitori, dicono parolacce, rompono oggetti), mentre è preferibile evitare di sgridare e punire i bambini nel momento in cui manifestano la gelosia con modalità meno violente. Non deve infatti passare il messaggio che si stanno punendo i figli perché provano gelosia: la gelosia è un sentimento del tutto normale, difficile da gestire, pertanto é compito degli adulti aiutare i più piccoli a imparare a gestire questa emozione complessa che é importante esprimere nel modo giusto, e che se inibita continuerebbe comunque a esistere ma sarebbe più difficile da cogliere per i genitori. I bambini gelosi hanno paura di non ricevere più le attenzioni come prima, perciò la ricercano come possono; gli adulti possono invece armarsi di pazienza, ascoltare le richieste dei piccoli e rassicurarli (a parole e a fatti) che avranno sempre uno spazio esclusivo, anche quando la famiglia si allarga.

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