In treno da Milwaukee a Chicago
Home

In treno da Milwaukee a Chicago

I treni americani sono di alluminio lucido, come quelli che si vedono nei film e molto raramente sono in ritardo. L’attesa funziona come in aeroporto al gate: quando è ora di salire ci si raccoglie in un’area transennata e ci si mette in coda. E in Italia?

I treni americani sono di alluminio lucido, come quelli che si vedono nei film e molto raramente sono in ritardo. L?attesa funziona come in aeroporto al gate: quando è ora di salire ci si raccoglie in un?area transennata e ci si mette in coda. E in Italia?

OPINIONI – Qualche giorno fa mi è capitato di prendere il treno per andare a Chicago. Il biglietto non è economico: 24 $ a tratta, cioè 48 $ andata e ritorno Milwaukee-Chicago. Andare in treno conviene solo se si viaggia da soli perché posteggiare in centro città a Chicago è molto caro, ma soprattutto arrivarci e partirne non è molto divertente nelle ore diurne, causa traffico ed ingorghi (sì, quelli esistono anche qui) e viaggiare da soli anche meno piacevole. Prendere il treno significa immergersi in un buon libro ed essere trasportati senza fatica e comodamente da un luogo all’altro. Esistono degli abbonamenti scontati, perché ci sono parecchie persone che vivono a Milwaukee ma per lavoro vanno a Chicago e pure viceversa, così come molti studenti da Milwaukee decidono di frequentare l’università a Chicago o viceversa (molti miei studenti all’università vengono da Chicago e dintorni), ma se si va ogni tanto quello è il prezzo, e per 150 km di distanza non mi sembra poco.

Ma andiamo con ordine. Ci sono due stazioni a Milwaukee: una in centro e una all’aeroporto La stazione in centro città si può raggiungere con i mezzi o in macchina. Io avevo mio marito che mi ha fatto da autista, ma se si deve parcheggiare lì, il posteggio costa 6 $ per la giornata e ce ne sono parecchi intorno. Parcheggiare a quella dell’aeroporto è gratis.

La stazione in centro è in fase di rifacimento, per renderla più moderna e accogliente. I biglietti si comprano online, ma anche all’ultimo momento in stazione, come da noi, la differenza e che quando il treno è pieno è pieno, non si può viaggiare in piedi. Tra Milwaukee e Chicago ci sono solo 3 fermate e il tempo di percorrenza totale è 90 minuti, inferiore a quello per andare in macchina (causa traffico, come detto sopra).
Entrando in stazione sembra di entrare in un aeroporto. La sala centrale serve da sala di attesa, ci sono bar e negozi di souvenir, brochure e mappe per visitare Milwaukee e un banco informazioni. L’aria condizionata è a manetta, che sorpresa! Qui amano il freddo: io giro con il golf in borsa perché questo uso indiscriminato dell’aria condizionata non fa per me, ma capisco che dopo il mese di luglio che avete appena trascorso ad Alessandria un po’ di invidia la provate, vero? I bagni sono lussuosi e pulitissimi, naturalmente graffiti o scritte sconce quelle non si sa neanche cosa sono. Nell’area centrale c’è il wi-fi gratuito per i clienti.

L’attesa funziona come in aeroporto al gate. Quando è ora di salire sul treno ci si raccoglie in un’area transennata e ci si mette in coda, per entrare. Se la persona davanti va pianino, si segue pazientemente senza spintonare, ma non si supera sbuffando, tanto non si rischia di perdere il treno. I treni americani sono di alluminio lucido, come quelli che si vedono nei film e molto raramente sono in ritardo. Se si prevedono ritardi causati da lavori sulla linea, come è successo quando ho preso il treno io, allora il ritardo viene previsto già all’atto dell’acquisto del biglietto con la durata del viaggio aumentata e con la spiegazione del perché. Poi non è successo che il ritardo ci fosse, ma avevano messo le mani avanti. Certo qualcosa di inatteso può succedere, ma mi piace questo rispetto per il cliente!

Anche sui treni c’è il wi-fi gratis e l’aria condizionata funziona, da golfino pure qui! Tra Milwaukee e Chicago non c’è una curva. La ferrovia corre su una linea verticale perfetta nord-sud. Il viaggio è piacevole e rilassante. La seconda classe ha tavolini come l’aereo, quindi la gente lavora la computer, legge o mangia, se chiacchiera lo fa con rispetto per gli altri. La stazione di Chicago è nella zona finanziaria chiamata anche Loop. È enorme e sotterranea.

Nonostante sia in una grande città (se consideriamo Milwaukee – con il suo milione e mezzo di abitanti, 880mila in città, il resto nei sobborghi – piccola!) arrivando non si è accolti dal puzzo di urina, che direi essere l’odore più comune di tutti gli anfratti pubblici non solo italiani, ma per esperienza diretta, almeno anche francesi, ma da gentili addetti che se ti vedono perso con il naso all’insù e la domanda stampata in faccia “come cavolo faccio ad uscire da qui???” ti si avvicinano per aiutarti. Poi fuori ti accoglie la giornata e la bellissima Chicago. Al ritorno lo stesso, con la differenza che, essendo la stazione molto più grande di quella di Milwaukee, ogni treno ha la sua sala di attesa specifica.

È già un po’ che non prendo un treno in Italia, due anni. Ero andata da Alessandria a Milano. Ad Alessandria a parte la macchinetta per vidimare il biglietto (azione che devo spiegare ai miei studenti americani che non capiscono perché si debba fare, visto che il controllore in treno passa a controllare i biglietti…) sembra ancora di essere negli anni ‘80 quando prendevo il treno per andare all’università a Torino: l’attesa in banchina all’aperto con il caldo o il freddo, la puzza dei convogli, i finestrini aperti e il rumore dei convogli che si incrociano, la gente in piedi, il sottostare alle roulette-coincidenza. Al ritorno avevo dovuto aspettare in piedi in stazione Centrale davanti all’unico cartello luminoso dove i treni non venivano annunciati fino all’ultimo e con cambi di binario inaspettati.

Era estate e anche lì ho provato varie sensazioni e nessuna piacevole: caldo, puzza e quella sensazione di insicurezza ad ogni persona che mi si avvicinava troppo. Sono arrivata ad Alessandria alle 20,30 di sera, 2 ore e mezza dopo la mia partenza. Ad Alessandria in stazione e dintorni: il deserto. Attraversare i giardini alla fontana (asciutta e piena di spazzatura e cartacce) era stata la mia scelta come tragitto più breve, ma avevo visto con orrore lo stato degli ex bar davanti alla stazione e anche le erbacce nelle aiuole, che invece una volta erano tenute perfettamente: chi si ricorda l’orologio funzionante fatto di fiori?

Insomma una sensazione di tristezza infinita. Leggo spesso sul giornale della stazione: e a parte la recente notizia degli ascensori per disabili, tutte le altre sono di degrado, paura e criminalità. Leggo anche di aggressioni a chi fa il proprio lavoro. Insomma un contrasto ancora maggiore con la situazione americana. Anche qui qualcuno potrebbe obiettare che in America le armi, la criminalità ecc. ecc.. Avete ragione: è la qualità della vita che è migliore in genere, mentre in Italia è difficile la vita di tutti i giorni. Peccato! Non ci vogliamo bene affatto!

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione