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Ancora una proroga per le comunità montane
E' stata concessa un'ulteriore proroga dalla Regione di sei mesi, ai commissari nominati lo scorso aprile 2014 per liquidare le ex comunità montane. Il problema del personale: tredici probabili esuberi tra ovadese e acquese, quattro in val Borbera e Curone
E' stata concessa un'ulteriore proroga dalla Regione di sei mesi, ai commissari nominati lo scorso aprile 2014 per liquidare le ex comunità montane. Il problema del personale: tredici probabili esuberi tra ovadese e acquese, quattro in val Borbera e Curone
Sono proprio le comunità dell’alessandrino a presentare le situazioni più ingarbugliate: per loro venerdì, ad Alessandria, ci sarà un’ulteriore riunione. “Ci siamo trovati di fronte a convenzioni non applicate da risolvere, mutui ancora in essere di cui nessuno vuole farsi carico, immobili da vendere”, spiega il commissario dell’ex comunità Alta Val Lemme alto Ovadese e Suol d’Aleramo, Paolo Caviglia.
Le funzioni, i debiti e i crediti avrebbero dovuto essere ripartiti tra i comuni che ne facevano parte e alle unioni dei comuni che, in alcuni casi, non si sono ancora costituiti o si sono già sciolte.
Entro la fine dell’anno, quindi, la Regione dovrà approvare i piani di riparto preparati dai commissari e, questi, darne attuazione.
Sulle ceneri della ex comunità Valli del Giarolo sono nate tre unioni di comuni, una per l’Alta Valle Borbera, ed una per la Bassa Valle, ed una in Val Curone. Ma, solo per fare un esempio, Cabella e Albera starebbero lasciare quella dell’alta Valle, in favore dell’altra. Nell’ex comunità Alta Val Lemme e Ovadese, la Regione deve ancora riconoscere l’unione tra Carrosio, Voltaggio e Bosio. Insomma, un pasticcio.
La partita più dura è quella dei dipendenti. “A conti più o meno fatti, per le cm dell’ovadese e acquese ci sarebbero circa tredici esuberi”. Un po’ meglio in Val Borbera, dove gli esuberi potrebbero essere tre o quattro, “dovrebbero essere assorbiti dalla Regione, per funzioni che passeranno in carico direttamente a Torino”, specifica Cesare Rossini, commissario a Cantalupo Ligure (Val Borbera). Nulla, però, è stato ancora definito. I sindacati chiedono da tempo chiarezza per il futuro dei dipendenti e chiedono, anche, che l’ente che se ne farà carico garantisca un passaggio “a pari condizioni”. Ma i comuni, quelli che si sono organizzati in unioni, nicchiano. Si tratta di comunità tra i 600 e i 2500 abitanti e nessuno sembra potersi permettere maggiori oneri per il personale.