E ben ch’u vena mag
Cosa ha portato questo maggio 2015, degno di nota e di commento? L'inaugurazione dell'Expo di Milano, le proteste alla riforma della Scuola, i migranti che sbarcano sulle nostre coste e affogano nel Mediterraneo
Cosa ha portato questo maggio 2015, degno di nota e di commento? L'inaugurazione dell'Expo di Milano, le proteste alla riforma della Scuola, i migranti che sbarcano sulle nostre coste e affogano nel Mediterraneo
Cosa ha portato questo maggio 2015, degno di nota e di commento? Chiaramente non si può ignorare l’inaugurazione dell’Expo di Milano, argomento spinoso e molto dibattuto, al quale è difficile aggiungere qualcosa di originale, che esca fuori dalle tifoserie e dalle contestazioni.
Posso dire soltanto che Mad non ci andrà, matta sì, ma fino ad un certo punto. A prescindere da tutti i discorsi “No Expo”, che qualche elemento di fondatezza ce l’hanno, non ce la vedo la nostra Mad a girare tra padiglioni, nella confusione, scrutando elenchi di prezzo esosi. Lei preferisce il Tobbio, il greto del Borbera, Guardamonte e la Val Curone. È un po’ un’eroina romantica che ama farsi cullare dal vento.
Questo per quanto riguarda i gusti personali, per quanto riguarda invece un giudizio economico, sicuramente Expo un po’ di movimento lo porterà in loco, ma il riverbero sul nostro territorio, non per fare la Cassandra, non credo che sarà significativo.
Si è fatto poco e male, non ci sono state sinergie tra i Comuni, la parola Expo è stata infilata fin nella minestra, quasi come un mantra inevitabile, ma in concreto i progetti sono stati acquetta, tra pochi fondi e scarse idee.
L’altra novità maggiolina è stata la protesta della Scuola, una protesta così energica come non si vedeva da tempo. Vessata da riforme calate dall’alto, dalla mancanza di fondi, dallo scollo tra gli esperti del Ministero della Pubblica Istruzione e chi ci lavora, la Scuola si è ribellata dimostrando una compattezza senza precedenti, anche a livello sindacale.
Il 5 maggio gran parte dei lavoratori della Scuola ha scioperato, uno sciopero che ha inciso in modo determinante su stipendi bassissimi, fermi al palo da dieci anni. Questo è accaduto perchè si è tirata troppo la corda, riformare dall’alto in modo vago e sempre orientato al risparmio, è sembrata quasi una provocazione dell’ennesimo governo che non ha stima di chi lavora nella Scuola, quando questa si regge proprio sull’azione volontaria e non retribuita di tantissimi docenti che, pur di venire incontro alle esigenze dell’utenza, hanno supplito alla mancanza di mezzi, spazi, materiali, tappando quei buchi che via via si sono allargati sempre di più.
Molti, ora, ne hanno le tasche piene, per motivi diversi, magari, ma tutti sono stufi, stanchi e demotivati. Di questo dovrebbero prendere atto i legislatori, tra docenti ad un passo dalla pensione prolungati in servizio per sei o sette anni, tra giovani precari tutti assorbiti da adempimenti sempre più faraginosi e complessi per il reclutamento, tra quelli della “terra di mezzo” che forse non andranno mai in pensione, tra dirigenti sempre più pieni di responsabilità con macro-istituti e reggenze da mandare in crisi identità, la Scuola è davvero sull’orlo di una crisi di nervi. Sarà meglio ascoltarla per capire di cosa ha veramente bisogno, solo dopo si potrà legiferare in modo davvero efficace.
Maggio ha inoltre riproposto con urgenza la questione dei migranti che continuano a sbarcare sulle nostre coste e ad affogare nel Mediterraneo trasformandolo in un grande cimitero. Si tratta di una questione tremendamente seria sulla quale sono state dette cose decisamente poco serie, sulla quale sono state fatte proposte decisamente poco serie.
Non le elenco, le avete lette e sentite dalla bocca dei professionisti delle sparate, in questo caso espressione quanto mai azzeccata visto che si proponeva di sparare direttamente ai barconi dei migranti.
Nella miriade di sciocchezze e dopo strazianti tragedie, sembra che finalmente si stia imponendo l’idea che il problema è una questione europea e che in chiave europea si devono trovare soluzioni che salvaguardino le vite umane ed equilibrino il peso di gestione tra i diversi stati.
La novità in materia assume una sua rilevanza anche sul piano locale in quanto il Ministero dell’interno ha dato il via alla proposta di Chiamparino e Fassino di creare dei grandi centri di raccolta (hub) a livello regionale utilizzando le caserme dismesse o case prefabbricate.
Questo in attesa che i migranti vengano smistati a gruppi ridotti nei diversi comuni. Dei due hub piemontesi, uno dovrebbe essere situato nei dintorni di Torino, l’altro dovrebbe essere collocato in uno dei seguenti punti : il centro logistico di Alessandria, una caserma di Saluzzo o l’area della protezione civile nel Verbano. Quindi uno dei centri potrebbe essere proprio Alessandria. Sarei pronta a scommettere che qualora accadesse scoppierebbero infinite polemiche. A livello regionale Cota, a nome della Lega Nord, ha già fatto squillare le trombe, aspettiamo le nostre campane.
Eppure nella storia recente non è la prima volta che le caserme sono state utilizzate per ospitare profughi, tra l’altro proprio nella nostra zona.
Sono passati pochi decenni, ma forse la memoria, quando conviene, è davvero corta. E ben ch’u vena mag.