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Contro la Buona Scuola, Alessandria si unisce al coro
Anche Alessandria si unisce alla protesta contro la buona scuola: un tam tam telefonico, volantinaggio e un corteo per il centro città. Per concludere, palloncini scoppiati sotto al Comune. "E' stato un modo per far sentire la nostra voce"
Anche Alessandria si unisce alla protesta contro la buona scuola: un tam tam telefonico, volantinaggio e un corteo per il centro città. Per concludere, palloncini scoppiati sotto al Comune. "E' stato un modo per far sentire la nostra voce"
“Non abbiamo ancora un dato provinciale, ma a sensazione direi che hanno aderito molti insegnati”. Così Carlo Cervi, Cisl Scuola, commenta lo sciopero nazionale del mondo della scuola. A livello nazionale si parla di una percentuale di adesione pari al 70%. “Riteniamo che la Provincia sia allineata a questodato. Ora ci attendiamo che il governo dia le risposte adeguate”.
Alla manifestazione che si è svolta, per il Nord, a Milano, hanno partecipato anche i delegati di Cgil, Cisl e Uil di Alessandria, 150 in tutto, partiti da capoluogo con tre autobus. “E’ andato tutto bene, una manifestazione pacifica e sentita”, raccontano i partecipanti.
Da Ovada parlano di “Un’adesione senza precedenti”. Sono rimaste chiuse la scuola Primaria Giovanni Paolo, la scuola Secondaria di primo grado “Sandro Pertini” e tutto l’Istituto Superiore “Carlo Barletti”. Solo quattro sezioni di alunni sono entrati alla scuola Primaria Damilano. Un’adesione che non si era mai vista ad Ovada. Non si ricorda di scuole completamente chiuse, neanche al tempo della tanto contestata Gelmini.
E la stessa situazione si è verificata nell’Ovadese. Scuole chiuse a Molare, Mornese, Tagliolo, Cremolino, Castelletto, Silvano, Rocca Grimalda…
“Lo sciopero contro il ddl scuola del Governo è senza dubbio riuscito pienamente nella nostra zona” dicono le rappresentanze sindacali che che sottolineano come la compattezza di tutte le forze sindacali abbia funzionato e ribadiscono le loro motivazioni.
“Dal Disegno di Legge “la Buona Scuola” si evidenzia un modello di scuola di tipo aziendalistico con un dirigente/imprenditore che progetta, programma e gestisce ogni cosa per garantire produttività, efficienza, competitività e profitto funzionale alla concorrenza.
Infatti in cinque anni verrà elargito ben un miliardo di fondi pubblici alle scuole paritaria per renderle concorrenziali con quelle statali.
Per non parlare dell’istituzione di un fondo in cui il genitore donerà il proprio 5/1000 non alla scuola statale, per poi ridistribuire, ma alla propria scuola, creando un clima di competizione e folle corsa al “cliente” ricco!
La “scuola che vorrei” che il governo ci ha propagandato, diventerà la “scuola che mi capita”; una scuola che non terrà conto delle competenze, delle abilitazioni dei docenti, andando così a scapito della didattica, quindi degli alunni. Tutto questo in un procedimento di de-contrattualizzazione in cui la valutazione dei docenti, tanto declamata, diventa, in quest’ottica, figlia del clientelismo.
Ma preoccupa anche quanto non ancora scritto. Ci sono tredici deleghe in bianco! Il Governo potrà pertanto scriverci ciò che vuole. Ecco il tanto conclamato coinvolgimento del mondo della scuola nella riforma. Una delega in bianco! Nessuna delle osservazioni che in questi mesi sono state fatte al Governo ha avuto spazio nel DDL. Lo stile è il solito: facciamo finta di ascoltare, non teniamo in alcun conto le osservazioni e andiamo avanti! Una presa in giro senza precedenti, una strumentalizzazione sulla pelle dei nostri studenti.
Per tutti questi motivi il personale della scuola ha scioperato oggi. E uno sciopero, in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, è un grande sacrificio per un lavoratore che si vede decurtare la busta paga, non è, come qualcuno stupidamente insinua, una giornata di vacanza!”