Gita: quell’esperienza unica nella vita scolastica
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Gita: quell’esperienza unica nella vita scolastica

Dovrebbe essere un momento di apprendimento. Più spesso di trasforma in un momento di socializzazione e complicità. Quale che sia la destinazione...

Dovrebbe essere un momento di apprendimento. Più spesso di trasforma in un momento di socializzazione e complicità. Quale che sia la destinazione...

OVADA – Bologna, Roma, Firenze, Venezia ….le destinazioni per le gite scolastiche sono più o meno sempre le stesse. Sono cambiate, negli anni, le modalità e l’età degli utenti. Se trent’anni fa la gita si faceva in un giorno, oggi, almeno due sono indispensabili e se i ragazzi facevano già le superiori, oggi, in prima media sono già pronti con lo zaino in spalla a godersi un’ esperienza nuova con i propri compagni. Condivisione è la parola d’ordine: nel momento in cui si conoscono la meta e la durata della gita e una volta ottenuto il consenso dei genitori, ecco partire il meccanismo che crea complicità, scelte dei compagni con cui dividere la stanza e il posto in pullman, ecco nascere gruppi su Fb e su whatsap.

Per i più piccoli si tratta di una novità, per i più grandi di un’ ulteriore prova di indipendenza. “L’età in cui si propongono gite di più giorni, anche all’estero, si è abbassata perché l’adolescenza, per come l’abbiamo vissuta noi genitori, comincia prima- afferma Paolo, insegnante- Quello che a noi sembrava accessibile intorno ai quindici anni per loro è già roba vecchia a dodici. Se, da un lato, alcuni atteggiamenti ci appaiono fuori luogo, dall’altro bisogna in qualche maniera assecondarli rinnovando il modo per seguirli e  proteggerli”.   E, se da una parte abbiamo i bambini entusiasti che non stanno più nella pelle, dell’altra abbiamo i genitori, alcuni dei quali particolarmente preoccupati.

“Non tanto per mancanza di fiducia nei figli e nella scuola- ammette Giulio, operaio e padre di due adolescenti- quanto per tutto quello che di marcio ci circonda. L’idea di una gita, anche solo di un giorno, in luoghi affollati e fertili per la delinquenza, mi riesce difficile da digerire. So che io, come altri, devo superare questo allarmismo per vivere più serenamente”. Ma ci sono anche ansie legate ai mezzi di locomozione usati, all’integrità di autisti  e piloti, al traffico autostradale, agli incidenti in agguato. “Sono le paure più gettonate dai genitori – spiega Alessia, professoressa di matematica e da anni accompagnatrice nelle gite scolastiche – mentre per noi insegnanti è importante avere mille occhi e tenere sotto controllo i loro figli, durante il giorno ma anche durante la notte, con passeggiate interminabili lungo i corridoi degli alberghi. E’ comunque un’esperienza importante anche per noi: aumenta la confidenza con i ragazzi e ci permette,a volte, di superare conflitti e disagi”. 

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