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Al congresso dell’Uncem si discute di Unioni montane e del loro futuro
Ci saranno anche sindaci e amministratori della Val Borbera e della Val Lemme e rappresentanti delle Unioni montane oggi a Torino. L'occasione per discutere di Terre Alte, del loro futuro e di quello dei neo nati enti territoriali è quella del congresso regionale dell'Uncem, lUnione dei Comuni e degli enti montani
Ci saranno anche sindaci e amministratori della Val Borbera e della Val Lemme e rappresentanti delle Unioni montane oggi a Torino. L'occasione per discutere di Terre Alte, del loro futuro e di quello dei neo nati enti territoriali è quella del congresso regionale dell'Uncem, l?Unione dei Comuni e degli enti montani
La giornata di lavoro permetterà di evidenziare la necessità di una nuova politica regionale e nazionale per le aree montane, in vista anche del congresso nazionale dell’Uncem dal titolo “Scommessa montagna, da prospettiva a realtà. Il rilancio delle Terre Alte”, che si terrà a Torino l’8 e il 9 maggio.
Le Unioni montane sono il fulcro di nuove opportunità di sviluppo per il territorio. “La frammentazione del sistema (da 22 Comunità sono nate 41 Unioni che potrebbero lievitare a 50) è piena di rischi, se non vi saranno chiari indirizzi – sottolineano gli organizzatori del convegno – formazione del personale politico e tecnico, positivo uso delle risorse europee (per la montagna almeno 200 milioni di euro dai Por, nei prossimi sette anni), delle risorse regionali (il fondo montagna sarà di 12 milioni per il 2015), dei fondi per la tutela delle fonti idriche e per la tutela del dissesto idrogeologico. Risorse che il territorio dovrà utilizzare con investimenti capaci di creare posti di lavoro e servizi”.
La legge Delrio che ha rivoluzionato l’assetto di Province e Comuni “dovrà essere al più presto rivista – affermano dall’Uncem – e, con il decreto sulla Pubblica amministrazione, dovrà incentivare le Unioni e le gestioni associate dei servizi, premiarle, garantirne l’operatività, aiutare i piccoli Comuni a lavorare insieme, mantenendo autonomia, tradizioni, storia, progettualità”.