Si è tolto la vita l’imprenditore Guido Ghisolfi
Il cadavere dell'imprenditore è stato trovato nel tardo pomeriggio di ieri, 3 marzo, all'interno della sua auto, a Carbonara, in strada Rocca. Indagano i carabinieri di Tortona ma sembrano non esserci dubbi sull'accaduto: il vice presidente della Mossi&Ghisolfi si è tolto la vita sparandosi un colpo di fucile. In una nota ufficiale la famiglia parla di "forti crisi depressive"
Il cadavere dell'imprenditore è stato trovato nel tardo pomeriggio di ieri, 3 marzo, all'interno della sua auto, a Carbonara, in strada Rocca. Indagano i carabinieri di Tortona ma sembrano non esserci dubbi sull'accaduto: il vice presidente della Mossi&Ghisolfi si è tolto la vita sparandosi un colpo di fucile. In una nota ufficiale la famiglia parla di "forti crisi depressive"
In una nota ufficiale, pubblicata sul sito dell’azienda la famiglia dell’imprenditore Guido Ghisolfi, 58 anni, annuncia la morte dell’uomo, vicepresidente della società, e ne spiega le probabili cause, accennando ad una forte depressione. Ecco il testo
Con immenso e incolmabile dolore, ne danno notizia la famiglia e la Direzione del Gruppo Mossi Ghisolfi.
Guido Ghisolfi è stato un imprenditore italiano di rara capacità, tenacia, intuizione ed ha saputo portare – insieme al padre Vittorio e al fratello Marco – il Gruppo Mossi Ghisolfi in una dimensione internazionale.
Il Gruppo è oggi uno dei leader consolidati nel settore delle materie plastiche e dei prodotti chimici ottenuti da risorse rinnovabili, ambito – quest’ultimo – in cui l’ing. Ghisolfi ha saputo esprimere particolare intuizione, coraggio e determinazione.
Era uscito di casa al mattino, come sempre. Non vedendolo rientrare i familiari hanno dato l’allarme. Le ricerche condotte dai carabinieri di Tortona sono terminate verso le 17,30, in strada Rocca a Carbonara Scrivia: a bordo dell’auto, una Lexus, hanno trovato il corpo dell’imprenditore Guido Ghisolfi, 58 anni, senza vita.
Un’esistenza dedicata al lavoro e alla ricerca, volta a far crescere e consolidare l’azienda creata dal padre, Vittorio nel 1953, lontano dai riflettori. Ha scelto di togliersi la vita poco distante da casa, in una strada di campagna che conduce ad alcune cascine isolate, verso il fiume, rivolgendo la canna del fucile da caccia contro se stesso, senza lasciare spiegazioni, senza lasciare presagire nulla ai familiari.
La prima ad accorgersi della scomparsa di Guido Ghisolfi è stata la moglie, notando che dal mobile di casa, alle porte di Tortona, mancava un fucile. Partono le prime telefonate, in ufficio e ai figli. Nulla. Nel primo pomeriggio uno dei quattro figli, tutti in età adulta, si reca alla caserma dei carabinieri per denunciare la scomparsa. Partono le ricerche, anche con l’ausilio dell’elicottero: viene individuata l’auto a Carbonara, a pochi chilometri dall’abitazione e dal luogo di lavoro. All’interno del mezzo il corpo dell’imprenditore, già senza vita.
Si è fatta subito largo l’ipotesi del gesto volontario, estremo.
Imprenditore, innovatore, aveva puntato sulla ricerca e sulle nuove tecnologie, portando l’azienda ad essere tra le leader della green economy in Italia. Credeva nella possibilità di uno sviluppo industriale compatibile con la conservazione dell’ambiente, credeva nella società civile, nella cultura, nella ripresa economica. Non ha creduto, forse, in se stesso fino in fondo. Negli ultimi anni non aveva nascosto le sue preferenze politiche, finanziando la campagna alle primarie per la guida del Partito Democratico di Matteo Renzi e, in Regione, per Sergio Chiamparino.
La notizia della morte di Guido Ghisolfi ha lasciato sgomento a Tortona, città nella quale ha sempre abitato, insieme alla famiglia, i genitori, la moglie e quattro figli.
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