“Laggiù ci sono i mostri, la rocca è casa loro”
"Laggiù ci sono i mostri, la rocca è casa loro". Comincia così un antico vociare della rocca di Lerma. Mostri? A Lerma? Una antica leggenda popolare vuole che limpervia zona compresa da un lato tra lantico ricetto del castello di Lerma, e dallaltro tra le tranquille e pulite acque del torrente Piota, sia abitata da mostri.
"Laggiù ci sono i mostri, la rocca è casa loro". Comincia così un antico vociare della rocca di Lerma. Mostri? A Lerma??Una antica leggenda popolare vuole che l?impervia zona compresa da un lato tra l?antico ricetto del castello di Lerma, e dall?altro tra le tranquille e pulite acque del torrente Piota, sia abitata da mostri.
Il termine ricetto, derivante dal termine di lingua latina receptum, definisce una struttura fortificata in uso nell’Italia medievale, soprattutto in Italia settentrionale. Si trattava di un recinto protetto da fossato, scarpata in terra di riporto, e palizzata di legno, destinato, in prevalenza, alla custodia dei “preziosi” della comunità agricola: prodotti agricoli, bestiame e strumenti di lavoro.
Il ricetto di Lerma è protetto da un lato dal castello, e dall’altro dallo strapiombo della Rocca su cui sorge il paese. Oggi si presenta curato, e piacevole alla visita. Le case medievali sono ristrutturate con gusto e rispetto, così come la chiesa dedicata a San Giovanni Battista che si affaccia sulla piazza a fianco del castello.
Lerma è gemellata con un’altra Lerma, che sta dall’altra parte del mondo, in Messico. Là non avrebbero dubbi su come chiamare i mostri di Lerma: chupacabras. Il chupacabra è una leggenda diffusa in Sudamerica, un animale di fantasia come il mostro di Lochness, lo yeti, il bigfoot. Una bella compagnia di esseri che fanno la gioia dei criptozoologi, quegli scienziati che studiano le caratteristiche di quegli animali la cui esistenza è solo supposta, ma non dimostrata. Il chupacabra sudamericano nella nostra Lerma è diventato un mostro, mezzo uomo mezzo cinghiale, che è stato battezzato Ungumano, e che ha pure un nome latino come ogni animale che si rispetta: Homungulatis Lermensis.
Ma c’è qualcosa di vero dietro la leggenda del mostro? Voci, solo voci, dicono che tanti anni fa un bambino sparì, e che furono i mostri a mangiarselo. Più recentemente, una bella ragazza che nuotava nel Piota venne attaccata da uno strano essere con la testa di cinghiale e il corpo di uomo.
Marco Marengo è uno scrittore di Lerma e al mostro ha dedicato un libro: “Il pane del boia”. Segreti e misteri in un romanzo che parte dalle leggende del ricetto di Lerma.
È grazie a Marengo e al suo libro che la leggenda del mostro di Lerma è tornata in voga, dopo che si era perse nelle nebbie del medioevo.
Appare probabile che l’antica leggenda dei mostri di Lerma sia stata inventata per spaventare i bambini. Lo strapiombo della rocca è molto alto e pericoloso, ed è meglio che stiano alla larga. Possibile che qualcuno anticamente abbia inventato la storia del mostro per spaventarli e tenerli lontani.
È Marco Marengo, nel suo libro, a dare una spiegazione: “Pare che, durante il medioevo, gli abitanti di Lerma si recassero sulla cima della rocca e scacciassero simbolicamente i pensieri negativi, crudeli. Tutto il marcio finiva laggiù, tra quell’intrico di arbusti e alberi deformi, in continua lotta per la ricerca di luce. I pensieri crudeli sono stati espulsi, ma di certo laggiù non sono morti, anzi, si sono legati insieme creando strani esseri, creature che si riproducono tramite neanidi, un po’ come le libellule. Questi mostri si liberano di un involucro uscendo da esso più forti e più grossi. Dal bruco esce la farfalla e l’involucro resta lì, inerte. Da un mostro esce un altro mostro e la sua parte esterna (composta da quel poco di bene che ha assorbito e di cui vuol libe-rarsi) viene abbandonata”.
Il mostro non ci sarà, ma Lerma resta un posto incantevole. Il castello di Lerma risale alla fine del XV secolo quando venne realizzato dai marchesi Spinola, feudatari del luogo. Ancora oggi il castello è di proprietà del marchese Andrea Spinola.
Situato su una rocca a pendio con strapiombi su entrambi i lati, il borgo era pressoché inespugnabile. Una delle torri cilindriche di origine medievale è stata trasformata nel Quattrocento in abside della chiesa parrocchiale, ma ha conservato la struttura originaria propria delle torri dei castelli del Monferrato. Attraverso una porta ad arco, presso cui funzionava anticamente un ponte levatoio, si accede nella piazza, sulla quale si affacciano il castello e la chiesa.
Quello del mostro non è l’unico mistero di Lerma. Si narra anche di un tesoro nascosto, uno scrigno di cristallo. La leggenda è legata al soggiorno al castello nel 1565 di donna Isabella Corvalan, dama d’onore della regina di Castiglia. Un gruppo di cavalieri appartenenti alla Repubblica Marinara genovese si recarono al castello per dare alla nobildonna spagnola, che era in procinto di ritornare in patria, uno scrigno di cristallo contenente tre rose d’oro i cui petali erano tempestati di rubini rossi, da consegnare alla Regina.
Donna Isabella, per timore dei ladri, mise al sicuro il dono prezioso in un nascondiglio segreto, una cavità nel cortile del castello. Poco dopo fu chiamata dal Viceré spagnolo a Milano per ricevere istruzioni per il suo rientro in patria ma per cause sconosciute non riuscì a tornare al castello per riprendere lo scrigno, e così le rose rimasero nel nascondiglio.
Il tempo passò e ci si dimenticò del tesoro, finché nell’Ottocento il ritrovamento di alcuni appunti fra le pagine di un vecchio libro risvegliò il ricordo di quei fatti che portarono a numerose ma inutili ricerche con l’aiuto di un rabdomante.
Il documento ritrovato forniva indicazioni precise sul nascondiglio segreto e spiegava anche come ritrovarlo: in un determinato giorno d’autunno il sole raggiunge con i suoi raggi obliqui la nicchia segreta, facendo avvampare i rubini che lanciano lampi di luce rossa nell’aria.
Un antico borgo medioevale, un mostro, un tesoro nascosto. Ci sono tutti gli ingredienti per una gita interessante.
Ma a Lerma ci sono anche misteri più recenti. Era legata a Lerma una nota attrice italiana, la compianta Moana Pozzi, figlia di una ragazza di Lerma, Giovanna Alloisio. Il mistero è legato al luogo della sua sepoltura, tutt’ora sconosciuto. Mario Buzzi, esecutore testamentario dell’attrice, dichiarò: “Moana è a Lerma in una tomba anonima, senza un nome e senza una foto. Io stesso ho preso parte alla cerimonia di tumulazione anni fa”.
Di parere diverso il parroco del paese, don Piero. “In paese non c’è stato nessun funerale, solo una messa di suffragio. Ho cercato in parrocchia l’atto di morte, ma non c’è. So che la mamma non vuol dire dove sia sepolta Moana perciò io, se anche lo sapessi, non lo direi. Ma qui a Lerma no, non credo”.
Moana è davvero sepolta qui, in una tomba anonima? Oppure è ancora viva, come dice qualcuno? Anche questo è uno dei tanti misteri di Lerma.