Una provincia aggrappata ai suoi (poveri) nonni
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26 Dicembre 2014
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Una provincia aggrappata ai suoi (poveri) nonni

E’ questo il quadro che emerge dal bilancio sociale dell’INPS relativo al 2013: un territorio purtroppo sempre più anziano dove a farla da padrone sono però pensioni mediamente basse mal supportate dalle nuove entrate. L’interrogativo sul futuro della nostra provincia passa da una rivoluzione tanto necessaria quanto lontana

E? questo il quadro che emerge dal bilancio sociale dell?INPS relativo al 2013: un territorio purtroppo sempre più anziano dove a farla da padrone sono però pensioni mediamente basse mal supportate dalle nuove entrate. L?interrogativo sul futuro della nostra provincia passa da una rivoluzione tanto necessaria quanto lontana

PROVINCIA – L’Inps del capoluogo rientra fra i primi istituti a livello nazionale a essere stato selezionato per redigere annualmente un vero e proprio “bilancio sociale”. Nelle scorse settimane è stato presentato il rendiconto relativo al 2013 dal quale emergono diversi motivi di riflessione e più di una ragione di preoccupazione. Scorriamo insieme il rapporto e la fotografia della provincia che ne esce.

L’Ente previdenziale è il primo distributore di reddito del nostro territorio, con prestazioni erogate per due miliardi e mezzo di euro – ma poco meno di un miliardo incassato – a fronte di un Pil provinciale pari complessivamente a 12 miliardi).

In provincia il saldo di popolazione (complessivamente di poco superiore a 427 mila persone) è caratterizzato da tempo dal segno meno, confermatosi anche nel 2013 , anno nel quale sono nate sul nostro territorio 2998 persone ma ne sono morte 5996.

L’occupazione è diminuita del 4,4%, pari a 8 mila occupati in meno, tornando così a far registrare un dato negativo dopo il saldo positivo (di 360 assunzioni) rilevato nel 2012. I settori ad aver sofferto di più sono stati l’agricoltura (-17%), le costruzioni (-17%) e i servizi (-5%). I lavoratori autonomi sono rimasti sostanzialmente stabili nel numero mentre a pagare dazio, ancora una volta, sono stati soprattutto i lavoratori dipendenti (-7%).
Il tasso di disoccupazione è stato dell’11,7% il peggiore degli ultimi anni sebbene inferiore alla media nazionale (12,2%). Particolarmente preoccupante è però l’incidenza fra i giovani, dove a essere senza lavoro è addirittura il 22,2% (fra chi ha 15 e 34 anni).
Le ore di cassa integrazione autorizzate nel 2013 sono state complessivamente quasi 11 milioni e 500 mila, delle quali quasi 6,5 milioni generate da misure straordinarie, con un decremento del 35% rispetto allo scorso anno, figlio in parte dell’impossibilità da parte delle aziende di rinnovare la richiesta di cassa o dalla definitiva chiusura delle stesse).

Il popolo provinciale dei pensionati appare ripartito piuttosto nettamente fra maschi (che godono di una pensione mediamente più alta) e femmine, con una distinzione che ricalca la maggiore retribuzione ricevuta dagli uomini durante il periodo di lavoro e la permanenza di solito maggiore nel mondo del lavoro stipendiato. Se ai pensionati uomini della provincia vanno mediamente 1431 euro alle donne ne spettano solamente 681, con una media di 1080 euro.

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