Pendolaria: “il Piemonte perde altri 33 mila pendolari sui treni”
Legambiente: la Regione Piemonte torni ad investire sul trasporto ferroviario pendolare in tutta la regione così come fatto sul Servizio Ferroviario Metropolitano e ripristini il Forum regionale del trasporto ferroviario
Legambiente: ?la Regione Piemonte torni ad investire sul trasporto ferroviario pendolare in tutta la regione così come fatto sul Servizio Ferroviario Metropolitano e ripristini il Forum regionale del trasporto ferroviario?
È quanto emerge da Pendolaria 2014, il dossier di Legambiente che traccia un quadro sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia e presenta le sue proposte. Per l’associazione ambientalista per migliorare concretamente il servizio ferroviario è indispensabile da parte di Governo e Regioni un cambio di politica e scelte coraggiose in termini di mobilità urbana, a partire dallo stanziamento di maggiori risorse per arrivare a 5 milioni di cittadini trasportati ogni giorno nel 2020 e portare il trasporto ferroviario finalmente su standard europei.
“A fronte di questi dati non possiamo che fare un appello alla Regione Piemonte affinché si torni ad investire fortemente sul trasporto ferroviario pendolare in tutta la regione così come si è investito sul servizio ferroviario metropolitano – dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – La Regione Piemonte si appresta ad un compito di grande responsabilità nel costruire le nuove gare di appalto per il servizio ferroviario, questo lavoro deve tenere conto delle esigenze degli utenti di tutto il territorio, anche delle aree meno popolate, e deve essere svolto in modo partecipato insieme ai comitati pendolari, alle associazioni ambientaliste, alle associazioni consumatori e a tutti i soggetti interessati dal buon funzionamento del servizio; per questo chiediamo che venga ripristinato il Forum regionale del trasporto ferroviario, ottima esperienza di partecipazione interrotta dalla Giunta Cota. La riqualificazione delle infrastrutture ferroviarie e il buon funzionamento del servizio sono priorità molto sentite non solo dai pendolari ma anche dagli amministratori comunali, ben consapevoli che la ferrovia ha un’importanza strategica per lo sviluppo e la qualità dei territori. Sono significativi gli appelli che vengono dai sindaci piemontesi che chiedono la riapertura delle linee soppresse, l’ammodernamento di alcune tratte ferroviarie, l’elettrificazione di alcuni tratti o il raddoppio parziale dei binari”.
I dati raccolti da Legambiente attraverso un questionario inviato alle Regioni raccontano che ogni giorno sono 2 milioni e 768 mila i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale. Tra il 2009 e il 2012, mentre i passeggeri aumentavano del 17% le risorse statali per il trasporto regionale su gomma e ferro veniva ridotto del 25%. Sta qui, secondo Legambiente, la ragione della situazione di degrado e incertezza del trasporto ferroviario in Italia ed è questa una delle ragioni che ha portato alla diminuzione del numero dei pendolari nel corso dell’ultimo biennio. Accanto alla questione dei tagli, c’è da sottolineare anche l’aumento del costo di biglietti: in Piemonte dal 2010 sono aumentati di ben il 47%.
“Proprio in momento in crisi economica come quello attuale, bisognerebbe occuparsi della questione dei pendolari e del trasporto ferroviario. Invece in Italia quando si parla di trasporti si guarda solo in due direzioni: soldi per nuove inutili autostrade e sconti e sussidi agli autotrasportatori, mentre si fa poco per il trasporto su ferro – dicono da Legambiente – Se nel 2009 il totale dei fondi disponibili per i trasporti su gomma e su ferro corrispondeva a circa 6,1 miliardi di euro; nel 2014, dopo un ennesimo taglio operato dal Governo Renzi nei trasferimenti alle Regioni, questa voce vale poco più di 4,8 miliardi. Per il necessario funzionamento dei trasporti pubblici, o meglio per garantire i servizi di base, sarebbero invece necessari almeno 6,5 miliardi di leuro, dunque mancano almeno il 25% delle risorse”. Anche le Regioni, cui spetta il compito più delicato nel garantire la qualità del servizio, non sono state da meno nel trascurare le necessità dei pendolari, e non arrivano in media neanche allo 0,4% del bilancio. Anche qui il Piemonte è in fondo alla classifica con lo 0,05% della spesa rispetto al bilancio.
Legambiente chiede all’Esecutivo di definire una nuova politica per il trasporto ferroviario e di fermare i tagli indiscriminati; mentre alle Regioni chiede di investire in questo servizio attraverso maggiori risorse. L’obiettivo dovrebbe essere quantomeno quello di raggiungere una spesa pari al 5% del bilancio regionale, per aumentare servizi aggiuntivi (treni in circolazione per più tempo) e per il materiale rotabile (treni nuovi o riqualificati). “È inoltre fondamentale ripensare la fallimentare politica della Legge Obiettivo- spostando gli investimenti nelle città perché è qui l’80% della domanda di mobilità nel nostro Paese e il più grave ritardo infrastrutturale rispetto all’Europa, e intervenire in Parlamento per mettere ordine dentro il grande calderone delle accise nei trasporti (dove solo gli esoneri per autotrasporto, aerei e navi, agricoltura valgono oltre 5,6 miliardi di Euro ogni anno)” scrive ancora Legambientw.
“Ci auguriamo che i cittadini piemontesi che in questi anni hanno abbandonato il treno tornino a scegliere il mezzo pubblico. Per rendere questa speranza una realtà è necessario un forte impegno da parte della Regione Piemonte, anche in termini economici – conclude Dovana – Vengano abbandonati i costosissimi progetti per le grandi opere come l’alta velocità Torino Lione e il Terzo Valico e vengano destinate maggiori risorse al servizio ferroviario locale”.
… Quasi tutte le Regioni stanno sottoscrivendo con Trenitalia “contratti ponte” più o meno lunghi (2-4 anni), in attesa delle gare per l’affidamento dei servizi. Scadono nel 2014 i Contratti di Servizio in Toscana, Piemonte, Abruzzo, Lombardia, Molise, Friuli, Basilicata, Lazio, Umbria, Liguria, Calabria, Rispetto alle nuove gare quelli più avanti sono Toscana, Piemonte e Emilia-Romagna, che dovrebbe aprire le buste nei prossimi giorni sulla gara lanciata il 30 settembre 2013. Il Piemonte sta lavorando per una proroga di due anni e poi per gare suddivise in tre ambiti, dove l’offerta potrà includere anche il ripristino delle 14 linee tagliate negli ultimi anni…
… Senza dubbio ancora su alcune linee si concentrano criticità importanti, come ad esempio sulla Cuneo-Torino e la Genova-Alessandria-Torino, dove i problemi riguardano la quantità di carrozze disponibili ed il conseguente sovraffollamento dei treni che molto spesso impedisce un regolare svolgimento del servizio. Di positivo c’è l’introduzione dei treni regionali veloci che collegano proprio i principali centri urbani piemontesi tra loro e quelli delle Regioni limitrofe. In questo modo sulla Torino-Milano e sulla Torino-Genova si ha un cadenza mento orario dei treni, mentre sulla Torino-Cuneo e sulla Torino-Savona il cadenzamento è biorario.
Proprio per dare ancora più voce a queste giuste richieste nel Gennaio 2011 è nato il Coordinamento Comitati Pendolari del Piemonte che avanza anche proposte concrete sul trasporto pubblico ferroviario e su gomma regionale, unendo le forze di decine di comitati pendolari. Più recentemente, dal 2012, si sono costituiti 41 nuovi comitati pendolari in seguito alla soppressione di 12 tratte ferroviarie piemontesi, a cui si sono aggiunte nel 2013 altre 2 chiusure. Per quanto riguarda il Piemonte questa è proprio la scelta più grave presa nell’ultimo anno con la sostituzione del servizio su ferro con quello su gomma. Si tratta delle linee Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale-Mortara (già chiusa da settembre 2010 per galleria pericolante), Asti-Chivasso (già chiusa da settembre 2011 per galleria pericolante), Novi-Tortona ed Alessandria-Ovada per un totale di 12 linee. Chiusa definitivamente a settembre 2013 la linea Vercelli-Casale Monferrato…
… tra Genova e il Piemonte è ormai indispensabile un intervento infrastrutturale della linea almeno fino ad Ovada visti i 46 km di binario unico sui 63 della tratta, e che al contrario ha di recente visto il taglio di una corsa per il mancato 51 finanziamento da parte della Regione Piemonte. Anche la linea che da Genova Brignole si dirige in Piemonte, passando per Arquata Scrivia non si trova in migliori condizioni: i treni sono fatiscenti, non esiste un abbonamento integrato con i mezzi pubblici locali e in particolare ad Arquata i pendolari sono costretti ad arrivare in stazione con i propri mezzi ed a parcheggiare a pagamento ogni giorno.