Addio all’unico superstite della Benedicta
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Lucia Camussi - l.camussi@ilnovese.info  
16 Dicembre 2014
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Addio all’unico superstite della Benedicta

Ennio Odino, il partigiano Cric, combattente alla Benedicta, l'uomo che scampò alla fucilazione e sopravvisse a Mauthausen, si è spento nel pomeriggio di sabato 13 dicembre, a Bruxelles, dove risiedeva da molti anni.

Ennio Odino, il partigiano Cric, combattente alla Benedicta, l'uomo che scampò alla fucilazione e sopravvisse a Mauthausen, si è spento nel pomeriggio di sabato 13 dicembre, a Bruxelles, dove risiedeva da molti anni.

CRONACA – “Ennio Odino ha concluso l’ultima delle molte tappe della sua corsa, in salita e in discesa, avendo sempre presente il vero traguardo: un’Italia e un’Europa di pace, libertà, democrazia e solidarietà”. Sono le parole che ha usato Andrea Foco, presidente dell’associazione Memoria della Benedicta per ricordare il partigiano Cric, combattente alla Benedicta, l’uomo che scampò alla fucilazione e sopravvisse a Mauthausen, che si è spento nel pomeriggio di sabato 13 dicembre, a Bruxelles, dove risiedeva da molti anni.

Odino nacque l’8 giugno del 1924 nella frazione Alice di Gavi. Cresciuto in una famiglia antifascista, l’8 settembre del 1943 fuggì dalla caserma genovese in cui prestava il servizio militare e partecipò attivamente alla Resistenza, a Genova, poi a Serravalle Scrivia presso gli zii, poi a Carrosio, paese natale del padre. Partigiano nella brigata “Autonoma Alessandria”, fu catturato nel corso del rastrellamento della Settimana Santa del 1944. Nel luogo dove oggi sorge la cappelletta della Benedicta venne fucilato con altri compagni, ma scampò alla morte perché, essendo solo ferito ma in parte coperto dal cadavere di un compagno, fu creduto morto. Dopo poco tempo, venne catturato e deportato a Mauthausen, sottocampo di Gusen.

Riuscì a sopravvivere e il resto della sua vita trascorse tra l’Italia e il Belgio, sua seconda patria. Faticò a riadattarsi a una vita normale, ma ci riuscì grazie anche alla sua passione per il ciclismo e all’amicizia con Fausto Coppi.

Con la sua scomparsa, la memoria dei protagonisti dell’eccidio della Benedicta perde uno dei suoi testimoni più importanti e lucidi – ha commentato Federico Fornaro, senatore Pd e già sindaco di Castelletto d’Orba – Un’esperienza drammatica che unita a quella dei campi di concentramento tedeschi, lo ha portato sempre ad indicare nel l’unità dell’Europa l’obiettivo da perseguire per portare a compimento la lotta della Resistenza contro il nazifascismo”.

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