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Vendemmia 2014, clima e prezzi mettono a rischio il comparto
Consuntivo vendemmia di Confagricoltura: annata salvata in corner, grazie ad una vendemmia tardiva ed un settembre clemente. La qualità del vino si prospetta buona, ma la remuneratività del settore resta bassa. Torna a fare paura la flavescenza dorata in alcune zone
Consuntivo vendemmia di Confagricoltura: annata salvata in corner, grazie ad una vendemmia tardiva ed un settembre clemente. La qualità del vino si prospetta buona, ma la remuneratività del settore resta bassa. Torna a fare paura la flavescenza dorata in alcune zone
In linea generale, la vendemmia è stata in ritardo rispetto allo scorso anno di circa sette giorni, ripristinando così un calendario normale, dopo anni caratterizzati da forti anticipi.
“È sicuramente un’annata anomala e fino all’ultimo incerta – ha commentato il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello – Una caratteristica evidente: i vini sono più leggeri, meno pieni di sole e di forza, ci auguriamo più eleganti. In un mondo molto attento alle diversità e alle sfumature, questa sottolineatura dell’importanza della natura rappresenta un messaggio alternativo alle standardizzazioni e ancora una volta evidenzia il primato culturale e di sensibilità della Vecchia Europa”.
Le difficili condizioni meteorologiche hanno spinto i produttori ad aumentare il numero di lavorazioni in vigna e trattamenti in campo, con un notevole innalzamento dei costi di produzione a loro carico.
“Se da un punto di vista quantitativo, la campagna 2014 sembra avvicinarsi alle annate 2011 e 2012, sulla qualità il giudizio resta ancora sospeso in attesa di verificare il vino in cantina” ha dichiarato il presidente della Sezione Vitivinicola di Confagricoltura Alessandria, Maurizio Montobbio.
Per il Bilancio Ue, la vendemmia 2014 sarà ricordata quindi come quella del sorpasso della Francia, che ottiene il primo posto di produttore di vino al mondo con 47 milioni di ettolitri (+11 per cento rispetto al 2013); al secondo posto si assesta Spagna con una vendemmia nettamente inferiore al 2013 (-13,5 per cento) e 45 milioni di ettolitri; mentre l’Italia con i suoi 40 milioni di ettolitri (-4 per cento rispetto all’anno scorso) è al terzo gradino del podio.
Zona per zona, le criticità maggiori si sono registrate nel tortonese per una recrudescenza della flavescenza dorata. Uno scotto che la zona “paga” a partire dalla fine degli anni Novanta, quando l’insidioso insetto ha fatto la sua comparsa in zona e ha colto i viticoltori impreparati: “E’ andato distrutto una parte del patrimonio vitivinicolo – spiega il referente di zona Sonia Panattieri – sono state estirpate alcune vigne e reimpiantate ma una larga parte oggi risulta incolta o coltivata da hobbisti che non adottano i protocolli”. Si salvano, tuttavia, Timorasso e Barbera, punte d’eccellenza della zona. E’ andata meglio nel novese, zona del Gavi Docg dove il Consorzio di Tutela segue da un anno un protocollo regionale di controllo che sta dando buoni risultati.
Sempre in linea generale, “tengono” quote di mercato, soprattutto di export, i vini pregiati, di qualità, “grazie ai grandi sacrifici degli imprenditori agricoli”, dice Francesco Dameri referente della zona del Gavi e Luca Brondelli.
Nell’acquese e casalese si è registrata una “annata difficle” ma non mancheranno punte di eccellenza, così come ad Ovada che “si salva” grazie al Brachetto e al moscato chehanno spuntato prezzi accettabili e remunerativi. La qualità, ancora una volta, sembra essere l’unica via d’uscita dalla crisi e dalla concorrenza sui mercati internazionali.