Debiti delle famiglie: alessandrini a metà classifica
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
15 Agosto 2014
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Debiti delle famiglie: alessandrini a metà classifica

Le famiglie della provincia al 60° posto su 110 con 16 mila euro nel 2013 per mutuo casa, prestito per l'acquisto dell'auto, credito al consumo, finanziamenti. Cgia Mestre: “la maggiore incidenza del debito sul reddito si riscontra nelle famiglie economicamente più deboli”

Le famiglie della provincia al 60° posto su 110 con 16 mila euro nel 2013 per mutuo casa, prestito per l'acquisto dell'auto, credito al consumo, finanziamenti. Cgia Mestre: ?la maggiore incidenza del debito sul reddito si riscontra nelle famiglie economicamente più deboli?

PROVINCIA – Le famiglie alessandrine sono indebitate per 16.321 euro: questo è l’importo medio per l’anno 2013 calcolato dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese. La nostra provincia si trova al 60esimo posto su 110, al di sotto del dato medio italiano pari a 19.251 euro. Il dato è variato del 30 per cento dal 2007, mantenendosi anche in questo caso al di sotto della media italiana pari al 35,1 per cento.

A livello nazionale i “passivi” accumulati con le banche e gli istituti creditizi ammontano a 496,5 miliardi di euro. A livello territoriale, secondo lo studio l’Ufficio studi della Cgia, le province più “esposte” sono quelle lombarde di Monza-Brianza, Milano, Lodi e Varese. In fondo alla classifica nazionale si piazzano invece le famiglie della provincia di Vibo Valentia, dell’Ogliastra e di Enna. L’indebitamento medio delle famiglie italiane, fa notare l’Ufficio studi della Cgia, è quello originato dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, dai prestiti per l’acquisto di un’auto o moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc.

Dal 2007, inizio della crisi, l’incremento del debito medio nazionale delle famiglie è stato del 35,1 per cento ma dopo il picco massimo toccato nel 2011 le esposizioni sono in calo. L’inflazione, invece, sempre tra il 2007 e il 2013 è aumentata del 13,4 per cento.

“Con il riacutizzarsi della crisi – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – dal 2011 le famiglie italiane hanno preferito indebitarsi sempre di meno, privilegiando il risparmio. Infatti, tra la fine del 2011 e lo stesso periodo del 2013, i depositi delle famiglie consumatrici sono aumentati a livello nazionale del 12 per cento, con punte del 28 per cento in Trentino Alto Adige e di oltre il 18 per cento nelle Marche e in Emilia Romagna. In buona sostanza, l’esponenziale aumento delle tasse registrato in questi ultimi anni, gli effetti della crisi e la paura che la situazione generale peggiori ulteriormente hanno condizionato le scelte economiche delle famiglie. Meno acquisti, meno investimenti e più risparmi”.

“Premesso che i territori più indebitati sono anche quelli dove i livelli di reddito sono i più elevati – prosegue Bortolussi – è evidente che tra queste realtà in difficoltà vi sono anche molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, ci devono preoccupare solo fino ad un certo punto”.

Per la Cgia, infine, si sta facendo strada un fenomeno molto pericoloso: “La maggiore incidenza del debito sul reddito – conclude Bortolussi – si riscontra nelle famiglie economicamente più deboli: è evidenteche con l’ aumento della disoccupazione e la conseguente riduzione del reddito disponibile questa situazione rischia di peggiorare. Non dimentichiamo, inoltre, che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Vista la forte contrazione degli impieghi bancari avvenuta in questi ultimi anni, non è da escludere che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura assuma dimensioni preoccupanti”.

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