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La tragedia della diga di Molare ha 79 anni
Un incontro per ricordare la storia dei 111 morti, il terzo peggior evento dopo il Vajont e il disastro di Gleno. A ripercorrere quei momenti il geologo Vittorio Bonaria
Un incontro per ricordare la storia dei 111 morti, il terzo peggior evento dopo il Vajont e il disastro di Gleno. A ripercorrere quei momenti il geologo Vittorio Bonaria
MOLARE – Settantanove anni fa si verificava il disastro di Ortiglielo, il crollo della diga di Molare. Nelle prime ore del 15 agosto 1935 piogge eccezionali, 364 millimetri in meno di otto ore nel bacino dell’Orba, addirittura 554 ai Laghi della Lavagnina, portarono poco dopo le 13.00 al crollo della diga secondaria. Il bilancio: 111 morti causati dall’immane ondata che raggiunge prima Molare, poi Ovada per esaurirsi molti chilometri più avanti. Di tutto questo si parlerà domani sera, mercoledì 13 agosto, presso la sede della Croce Bianca di Tiglieto. Relatore dell’incontro il geologo Vittorio Bonaria, massimo esperto di quello che viene considerato il “Vajont dimenticato”, autore del libro “Storia della diga di Molare”. “Ne parliamo – spiega lo stesso Bonaria – in una zona inclusa nella prima versione del progetto, poi modificata proprio per le forti proteste della popolazione locale”.
Il libro di Bonaria è già stato ristampato, segnale di come sull’argomento ci sia un rinnovato interesse. “Di sicuro ha aiutato il 50° anniversario della tragedia del Vajont. Ma credo che questa storia sia ancora molto attuale perché alla base c’è l’incuria e il poco rispetto per territorio e natura alla quale assistiamo anche al giorno d’oggi”. Anche on line è possibili reperire vasta documentazione su quei fatti sul sito www.molare.net.