Trail: c’è chi lo pratica e ne promuove lo spirito
Corri nella natura, lontano dalle città. E' nata "Ovadese Trail Team" che vuole avvicinare nuovi appassionati a questa filosofia. Li abbiamo conosciuti correndo con loro
Corri nella natura, lontano dalle città. E' nata "Ovadese Trail Team" che vuole avvicinare nuovi appassionati a questa filosofia. Li abbiamo conosciuti correndo con loro
Un percorso di quindici chilometri, tutto sommato breve, quasi 500 metri di dislivello in salita nella prima parte che chiedono gambe forti e rendono necessario camminare nei punti più ostici. “Il trail – spiega Andrea Cianciosi, presidente dell’associazione – mette assieme l’estrema libertà offerta dalla corsa nella natura al rispetto che è necessario avere per una disciplina impegnativa e per gli scenari in cui lo pratichi. Ma la cosa bella è che con un po’ di allenamento tutti possono ottenere bei risultati e soddisfazioni”. Il premio, per la “scarpinata” attraverso località Albareto, le Puvie e il Termo, al confine tra Piemonte è Liguria, è un panorama particolarissimo, immortalato dal cielo nero di un “quasi temporale”.
In questo contesto il cronometro passa in secondo piano. “Quando corro – racconta Roberto Nervi che si sta preparando per la Porte di Pietra – non lo guardo. In tanti anni ho imparato a gestirmi in base alle sensazioni”. Correva su strada prima. “Dovendo scegliere ora privilegio il trail”. L’anno scorso è arrivato terzo nel Circuito dei Monti Liguri. Il compagno di squadra Stefano Viviano è arrivato secondo. Anche Vera Mazzarello ha chiuso terza tra le donne. Lo sport in sé sembra avere mantenuto un approccio decoubertiniano che altrove è stato tralasciato. “In gara si cerca di dare una mano se un compagno è in difficoltà – aggiunge Alberto Carraro – e non è concepibile, arrivati in fondo, fare la volata: nel trail si arriva assieme”.
Esistono anche gare molto lunghe, alle quali si accede per step successivi, avendo portato a termine competizioni più brevi che ti danno i punti necessari. Cianciosi e Nervi l’anno scorso hanno partecipato alla Tds, gara di 118 chilometri inserita nel programma dell’Ultra trail du Mont Blanc. Si corre per più di un giorno, si corre di notte e in altura. “La sensazione più bella – ricorda Cianciosi – l’ho avuta all’alba quando improvvisamente ho realizzato che la lucina non era più necessaria”. Serve una certa durezza mentale, ma anche consapevolezza di cosa vai a fare. E prendersi i giusti tempi di recupero al termine: meglio non superare le 6 gare all’anno, specie se lunghe.
Sul sito, www.ovadesetrailteam.it, ci sono diverse tracce gps dei percorsi più accattivanti. Non è necessario correrli, quindi lo spunto può interessare anche per camminatori meno impegnati. Trail significa anche promozione del territorio. Uno degli obiettivi che il team s’è dato è quello di organizzare, appena possibile, una gara tutta ovadese.