Cinghiali e caprioli nel”mirino” della Provincia
Tra marzo e aprile più cacciatori per abbattere i cinghiali. "Per i caprioli - precisa l'assessore Rava - nessun aumento dei capi da abbattere. Da raggiungere il numero previsti dal piano di caccia selettiva"
Tra marzo e aprile più cacciatori per abbattere i cinghiali. "Per i caprioli - precisa l'assessore Rava - nessun aumento dei capi da abbattere. Da raggiungere il numero previsti dal piano di caccia selettiva"
Cinghiali e caprioli, è il caso di dire, nel mirino della Provincia dopo le ulteriori segnalazioni delle associazioni agricole in merito ai danni all’agricoltura.La giunta provinciale ha così approvato due delibere allo scopo di arginare la presenza di questi ungulati, in particolare per il mese corrente e per aprile, periodi destinati alla semina del mais.
Gli ambiti territoriali di caccia (Atc) Al 3 (Tortonese e valli Curone e Borbera), l’Al 1 (Casalese) e l’Al 4 (Acquese-Ovadese) risultano i più colpiti.
Nel 2012, secondo la Provincia, le domande per i danni richiesti dagli agricolotori per la presenza del cinghiale nel territorio provinciale sono state 437, per un importo totale di 320 mila euro. Nello stesso anno, gli incidenti stradali sempre causati dai cinghiali sono arrivati a 98, con un aumento significativo rispetto agli anni scorsi.
La giunta provinciale ha deliberato di prevedere un maggior numero di cacciatori nelle squadre che solitamente cacciano il cinghiale con la tecnica della girata.
“Abbiamo interpretato alla lettera il regolamento della Provincia – spiega l’assessore provinciale alla caccia e pesca Lino Rava -. Ci sarà la possibilità di impiegare più cacciatori in modo da rendere più incisiva la caccia al cinghiale”.
Anche per i caprioli la Provincia ha deciso di intervenire, “ma senza alcun aumento del numero di capi da abbattere”, precisa Rava.
Per questa specie, i dati disponibili, sempre riferiti a due anni fa, parlano di richieste per danni agricoli pari a 190 mila euro.
“Con la delibera di giunta – dice ancora l’assessore Rava – si è preso atto che il piano di caccia selettiva, i cui termini sono scaduti nelle scorse settimane, non ha portato all’abbattimento del numero di capi previsto. Per questo, in base alle richieste delle associazioni agricole, abbiamo chiesto all’Ispra di poter raggiungere il tetto fissato con quel piano tramite il piano di controllo che può essere reso operativo durante tutti i periodi dell’anno”.