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Mercato immobiliare, prezzi in calo, ma non si compra più
Rapporto semestrale Fiaip, Federazione Italiana Agenti Immobiliari, che rilevano un mercato praticamente fermo. Prezzi in calo sul vecchio, stabili sul nuovo. Se non si investe in ristrutturazioni, il patrimonio immobiliare rischia di perdere valore. Ma il programma Ristruttura stenta a decollare
Rapporto semestrale Fiaip, Federazione Italiana Agenti Immobiliari, che rilevano un mercato praticamente fermo. Prezzi in calo sul vecchio, stabili sul nuovo. Se non si investe in ristrutturazioni, il patrimonio immobiliare rischia di perdere valore. Ma il programma Ristruttura stenta a decollare
C’è anche un dato puntuale, fornito dall’Agenzia delle Entrate , riferito al primo trimestre 2013: 1570 atti di compravendita in provincia, in calo dell’11% rispetto all’anno precedente. La zona dell’acquese sembra quella dove il calo è stato meno pesante (-3,9%), mentre è andata peggio nel casalese, dove il calo di transazioni è stato del 16,5%. La parte da leone la fa la zona novese-ovadese, dove si è registrato il 21,5% del volume di compravendite. “Se il medesimo andamento si dovesse confermare con i dati rilevati nel secondo semestre, potremmo dire che il calo di operazioni continua, ma in maniera meno marcata”, spiega Luca Puppo.
In generale, i prezzi medi del nuovo registrano quotazioni che oscillano tra un massimo di 2.700 euro a metri quadro, in immobili di pregio, ad un minimo di 850 euro a metro quadrato in periferia e nel piccoli centri.
Ovada perde il primato di città più cara: in questi ultimi anni si è infatti registrata una diminuzione. Alessandria resta invece la città con prezzo unitario a metro quadrato più elevato (2.700 euro).
“Le previsioni di medio periodo – prosegue il presidente degli agenti immobiliari – mostrano un trend crescente per le nuove abitazioni, dovuto probabilmente al rialzo dei costi di costruzione dei fabbricati residenziali, mentre le quotazioni relative alle case esistenti registreranno un andamento stazionario. La posizione e la vetustità degli immobili incidono pesantemente sulle quotazioni con ribassi molto marcati in sede di conclusione delle trattative”.
Non diversamente procede il mercato delle locazioni, con una offerta in crescita e canoni in discesa.
“In questi ultimi anni – conclude Repetto – emerge chiaramente come una ripresa non possa prescindere dalla riqualificazione e potenzialità di sviluppo del costruito e del territorio. Il futuro della filiera immobiliare deve prevedere e provvedere ad inserire questi due temi per una ripresa di tutto il comparto ed una maggiore qualità dei fabbricati e di tutto ciò che li contorna e di conseguenza una miglior qualità della vita. Il mattone, purtroppo in continuo stato d’allerta, fatica a ritrovare la strada corretta, per far ripartire l’economica dobbiamo liberare il settore da troppe imposte e tasse, rendendo anche più trasparenti e certe queste imposizioni”.
Il protocollo, al momento, sembra stentare a decollare. “Quel che interessa in questa prima fase – dice però Repetto – era quello di far passare il messaggio che se non si conserva o migliora quel che si ha, il patrimonio immobiliare rischia di diventare di valore tendente allo zero”. Tuttavia, i dati sulle riqualificazioni degli immobili sono confortanti: rispetto al 2011 si è registato un aumento degli interventi del 106% grazie anche alle agevolazioni fiscali e al programma casa della regione. Gli interventi più frequenti sono la sostituzione di infissi e la sostituzione di impianti di riscaldamento, in misura molto minore gli “incappottamenti”.
Il presidente della provincia Paolo Filippi ha posto l’accento sulle opera pubbliche, “da sempre traino dell’economia e, paradossalmente, quelle che hanno subito la maggiore frenata”. Il panorama nazionale e internazionale, le leggi di stabilità e i tagli non hanno sicuramente aiutato il settore. “Nonostante tutto, la Provincia ha continuato ad investire, soprattutto il viabilità”, dice.