Asso: il Consorzio prova a fare rete contro il gioco
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Edoardo Schettino - redazione@ovadaonline.net  
17 Gennaio 2014
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Asso: il Consorzio prova a fare rete contro il gioco

Allo studio una serie di iniziative in campo sociale. La prima: un logo da assegnare ai bar e alle attività che rinunceranno alle macchinette

Allo studio una serie di iniziative in campo sociale. La prima: un logo da assegnare ai bar e alle attività che rinunceranno alle macchinette

 OVADA -Parte dal Consorzio Servizi Sociali l’iniziativa di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza sul problema del disagio creato dall’abuso del gioco d’azzardo in città. Prenderà il via proprio nei prossimi mesi una vera e proprio campagna “No slot” che parte dal concetto di dare un riconoscimento a chi fa una scelta etica diversa, rinunciando a posizione nella propria attività i videopoker che si sono sviluppati a macchia d’olio sul territorio cittadino. “Saranno i bambini delle scuole – spiega Gianni Zillante, funzionario del consorzio tra gli ideatori della campagna – a realizzare un logo che poi sarà esposto dai bar e dai negozi che aderiscono alla nostra campagna. Il programma complessivo, che abbiamo chiamato Asso, e che avrà la durata di tre anni, punta sulla creazione di una rete sociale e etica, di premiare anche visivamente chi si impegna sui diversi temi della solidarietà sociale e civile”.

L’allarme sui danni che il gioco d’azzardo sta provocando anche nella nostra realtà è stato lanciato l’altra sera dalla dottoressa Daniela Cipolla, psicologa e psicoterapeuta del Ser.T di Tortona che si occupa proprio del recupero di pazienti da gioco d’azzardo patologico. “Il fenomeno è in continua crescita – ha spiegato nel suo intervento all’interno della Scuola del Cittadino Responsabile promossa da Vela – Ne sono colpiti soprattutto gli uomini ma anche le donne. Mentre abbiamo una stima precisa dei pazienti, 1186 nel solo Piemonte nel 2012, non è possibile dire quante sono le persone potenzialmente a rischio. Il percorso necessario per sconfiggere questa vera e propria dipendenza che si manifesta con una totale perdita di controllo della percezione da parte del giocatore compulsivo, può essere molto lungo, richiedere anche due anni”.

Sempre nel 2012, il giro d’affari generato dal gioco d’azzardo nell’Ovadese, si è attestato intorno ai 35 milioni di euro. Attualmente sono otto i pazienti ovadesi seguiti per gioco d’azzardo patologico. Diverse famiglie sono già state prese in carico dai servizi sociali, proprio perché impoveritesi per gli abusi legati al gioco di uno o più componenti. 

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