Castellaro: l’artista del suono a supporto dei grandi musicisti
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Edoardo Schettino - redazione@ovadaonline.net  
15 Dicembre 2013
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Castellaro: l’artista del suono a supporto dei grandi musicisti

A 13 Davide ha già la passione per gli strumenti. A Parma incontra il mentore di una vita. Oggi nel suo laboratorio di Tortona costruisce pezzi unici

A 13 Davide ha già la passione per gli strumenti. A Parma incontra il mentore di una vita. Oggi nel suo laboratorio di Tortona costruisce pezzi unici

LERMA – “Boito”. Attenzione a fare le parole crociate: potrebbe cambiarvi la vita, specie se siete in quel periodo in cui si fanno le scelte fondamentali. È stato così per Davide Castellaro, di professione liutaio. La passione per la costruzione degli strumenti musicali era già nata. «Ma non ho pensato a farne un lavoro prima di capire come avrei fatto a studiare. Ero convinto che il mestiere si imparasse andando a bottega». L’enigmistica viene in soccorso: scuola di liuteria a Parma. Boito, appunto. «Ho aspettato una settimana per avere quella soluzione». Come detto, la passione c’era già. «A 12 anni mi hanno regalato la prima chitarra – racconta – Dopo un po’ ho pensato di smontarla per capire come funzionava».

E così arriva il momento della Scuola Internazionale di Liuteria. A Parma, per il colloquio, Castellaro incontra quello che diventerà il suo maestro, Renato Scrollavezza, il curatore del famoso “Cannone”, il violino Guarneri del Gesù appartenuto a Nicolò Paganini. Scrollavezza decide in cinque minuti: Castellaro può far parte della scuola. «La settimana era composta da sei giorni – racconta Davide – quattro di teoria, due di pratica. Ho studiato Chimica, Fisica del Suono, Tecnologia del Legno. Non è necessario essere grandi musicisti per diventare anche costruttori di strumenti. Devi sapere come suona bene uno strumento, devi mantenerti aggiornato sulle novità, anche grazie al feed back dei tuoi artisti di riferimento».

Dal 2005 Castellaro è diventato insegnante della scuola in cui ha studiato. Negli anni si è specializzato in strumenti “a pizzico”, un omaggio al suo vero amore, la chitarra folk nord americana, una necessità dettata dall’esigenza di connotarsi in un mondo sempre più ricco di competitors. La passione per la materia si manifesta con un diluvio di nozioni: la storia dei grandi costruttori, le ultime tecniche, il panorama della concorrenza.  Da un anno Castellaro si è spostato a Tortona, dopo anni trascorsi nel laboratorio di Lerma. «In paese vivo ancora ma ho voluto dividere lavoro da abitazione altrimenti si rischia di diventare come un chirurgo: i musicisti ti chiamano in qualsiasi momento». Nel suo laboratorio si lavora esclusivamente su commissione. Ogni anno nascono dai 15 ai 20 strumenti. «La liuteria è un mestiere: la sua magia si interrompe appena inizi a fare i conti con la realtà».

Nel 2006 telefona Angelo Branduardi: ha bisogno di uno strumento particolare, un po’ chitarra e un po’ arpa, per “La Lauda di Francesco”. La tavola armonica è stata realizzata in abete della val di Fiemme, ebano nero del Gabon per la testiera. «Siamo partiti dal timbro quella è la prima richiesta che faccio ai miei clienti. In corso d’opera la lavoro può essere variato. L’obiettivo che mi pongo, al momento di iniziare a lavorare, è far diventare quello strumento un compagno del musicista. Dovrà essere come un vestito confezionato dal sarto. Anche perché solo l’utilizzo contribuisce al mantenimento dello strumento stesso. È un fatto di fisica del legno, di vernici. Uno strumento suonato bene durerà a lungo, uno inutilizzato perde il suo valore».

A Tortona in questi mesi sta nascendo “L’isola della musica”, un consorzio che raggruppa la casa discografica Sonic Factory, la scuola Dal Music, il laboratorio di Castellaro, negozi di strumenti musicali. L’obiettivo è la realizzazione di seminari. Finora i protagonisti sono stati Dodi Battaglia dei Pooh, Cesareo di Elio e le Storie Tese. «Dovrebbe diventare un polo della musica, organizzeremo presto appuntamenti con bassisti e batteristi per smuovere un po’ l’ambiente». Nell’immediato c’è da rispettare una tradizione che vuole che il liutaio costruisca una chitarra per sua la primogenita, Noa nata da poche settimane. «Un pezzo di abete l’ho conservato da tempo».

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