Moro: “costretti di fatto a violare le legge, scegliendo tra due reati”
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
2 Settembre 2013
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Moro: “costretti di fatto a violare le legge, scegliendo tra due reati”

"Nonostante la scarsità di fondi, abbiamo continuato a fare investimenti sul territorio ma se non arriveranno risorse lo Stato ci costringe di fatto a scegliere in quale reato incorrere: falso in bilancio o incriminazione per colpa". L'assessore ai Lavori Pubblici Graziano Moro fa il punto della situazione in Provincia e le prospettive per l'ente

"Nonostante la scarsità di fondi, abbiamo continuato a fare investimenti sul territorio ma se non arriveranno risorse lo Stato ci costringe di fatto a scegliere in quale reato incorrere: falso in bilancio o incriminazione per colpa". L'assessore ai Lavori Pubblici Graziano Moro fa il punto della situazione in Provincia e le prospettive per l'ente

PROVINCIA – “Ci costringono a scegliere in quale reato incorrere, falso in bilancio o colpa grave”. L’assessore ai Lavori pubblici della provincia di Alessandria Graziano Moro traccia un bilancio tra luci e ombre delle attività dell’ente provinciale. Dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la riforma di cancellazione della province, resta ancora tutto da definire il futuro degli enti territoriali intermedi ma, nel breve periodo, c’è il nodo dei trasferimenti.
“Al momento, grazie ad una politica di gestione degli investimenti avviata già dalla precedente giunta, siamo riusciti a portare a termine le opere previste e contenute nel programma, ma dal prossimo anno, a queste condizioni, sarà impossibile andare avanti”.
Partiamo, ad esempio, dal piano neve. Lo scorso anno la Provincia ha rivisto i termini di intervento, innalzando i limiti minimi per l’uscita dei mezzi spazzaneve. E il prossimo inverno non si preannuncia meglio. “E’ una delle nostre più grandi preoccupazioni – ammette Moro – La parte corrente sul capitolo di spesa è pari a zero. Questo significa che rischiamo di non poter pulire le strade, rischiando denunce per colpa in caso di incidenti o, in alternativa, fare debiti fuori bilancio, incorrendo comunque in un illecito. Siamo di fatto costretti e scegliere quale legge infrangere. E’ evidente che così non può andare avanti”. Una provocazione, che la dice però lunga sulla situazione.
Nonostante le difficoltà, però, Moro assicura che “gli investimenti in opere, sul territorio, non sono mai venuti meno.
“E’ in via di completamento la variante di Frugarolo, ed anche la 35 Ter sta per essere terminata”. La strada a scorrimento veloce tra Novi e Serravalle potrebbe infatti essere pronta entro la fine dell’anno, nonostante lo stop dei lavori dovuti alla revoca dell’appalto alla prima ditta. “Il cantiere era ben avviato e in anticipo con il programma dei lavori di circa un mese. Quindi – spiega l’assessore – lo stop non ha di fatto inciso sui tempi che si sono riallineati con quelli previsti. Si sta realizzando l’ultima rotonda, lungo la 35 bis, poco dopo l’incrocio con la zona artigianale Cipian e sarà pronta entro fine anno. Mancherà poi l’asfaltatura definitiva. Vedremo anche in base al tempo”.
Altro discorso, invece, la cosiddetta Tangenzialina, sempre per l’abitato del comune di Novi, legata a doppio filo al Terzo Valico. “In realtà – precisa Moro – l’opera non fa parte degli accordi con Cociv ma con Rfi che si è impegnata in maniera diretta per il raddoppio del sottopasso della strada che collega strada Boscomarengo con la 35 bis, la cosiddetta strada della Castellona, in modo da consentire il passaggio dei mezzi pesanti ed evitando il loro transito in centro. Analogamente, Rfi si è impegnata all’allargamento dei sottopassi a Serravalle. I progetti definitivi ed esecutivi sono stati redatti dai nostri uffici e sono completati. Ritengo quindi che si possa partire con i lavori non oltre l’autunno anche perchè Rfi non ha dato comunicazioni in senso contrario. Penso quindi che si procederà.”
Resta invece in alto mare la tangenziale di Serravalle: “abbiamo concluso la progettazione preliminare ma il problema è la mancanza di risorse. Abbiamo ottenuto di inserirla tra le opere prioritarie del piano di investimenti regionali ma dubito che Torino riesca a reperire i fondi necessari. Si parla di un’opera da 80 milioni di euro”.

Sul fronte edilizia scolastica, su cui è sempre competente Graziano Moro “la priorità in questi anni è stata quella di mettere a norma gli istituti per l’ottenimento dei certificati antincendio”. E, in quest’ottica, si sono inseriti gli interventi all’Itis Ciampini di Novi.
Resta il nodo del polo scolastico di Ovada: “è da completare la nuova palestra e il trasferimento del Barletti che però è legato al problema della reperibilità dei fondi. Avevamo previsto di recuperarli dalla vendita dell’edificio esistente ma il mercato in questo momento è fermo”.
Il punto, quindi, è sempre quello dei fondi, che non ci sono, unitamente all’assetto istituzionale che le province dovranno assumere, dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale del disegno di riordino.
“La commissione parlamentare sta lavorando alla legge di riforma per decostituzionalizzare la parola ‘province’. Poi, spetterà alle Regioni convocare le assemblee dei sindaci e designare una figura di riferimento che svolga le funzioni del presidente. Se, nel frattempo, il parlamento non approverà in tempo la riforma, immagino che si vada regolarmente alle elezioni, alla fine del mandato che per noi scade nel 2014. Spetterà sempre alle Regioni assegnare le funzioni. Immagino si possano costituire dei dipartimenti regionali che corrispondano più o meno agli attuali territori. Un’altra strada, che mi pare però improbabile, è che il governo in carica sciolga le giunte e provveda alla nomina dei commissari”.

La soluzione auspicabile secondo Moro? “Intanto dico che comprendo nello spirito il tentativo di risparmiare sui costi della politica ma non è questa la strada. Anzi. Si risparmia sulle giunte e sui consigli provinciali, che è ben poca roba, mentre i costi fissi (personale e servizi) restano. Già in passato, con la costituzione dei comprensori, c’era stato il tentativo di creare un organismo sovraccomunale. Ma alla fine, se si mettono due sindaci attorno ad un tavolo, ognuno tenterà di fare l’interesse del proprio comune, senza una visione più allargata al territorio. E’ naturale ed ovvio che sia così, perchè il sindaco è espressione di un voto dei cittadini, così come lo è il presidente della Provincia. Penso che la soluzione più praticabile sia quella di creare dipartimenti regionali”

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