Tares: chi ci guadagna e chi invece paga di piu’
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Edoardo Schettino - redazione@ovadaonline.net  
30 Luglio 2013
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Tares: chi ci guadagna e chi invece paga di piu’

Particolarmente penalizzate dalla nuova tassa sui rifiuti le famiglie con quattro e cinque membri, negozi di orto frutta, fiori e pescherie

Particolarmente penalizzate dalla nuova tassa sui rifiuti le famiglie con quattro e cinque membri, negozi di orto frutta, fiori e pescherie

OVADA –  Via libera ieri sera in Consiglio Comunale per il regolamento Tares, la nuova tassa sui rifiuti introdotta dal Governo Monti e che cambierà profondamente l’orizzonte contributivo di famiglie e imprese dell’Ovadese. E’ infatti una mappa profondamente diversa, rispetto alla Tarsu, quella che si può disegnare con le nuove norme. A fare le spese della novità introdotta famiglie particolarmente numerose, attività commerciali con i negozi di ortofrutta, di fiori, le pescherie e le pizzerie al taglio. Va meglio ai single, ai capannoni a uso produttivo e alle piccole botteghe. Da notare che alle cifre che stiamo per darvi va aggiunto un 5% di contributo che andrà alla Provincia e un ulteriore contributo di 30 centesimi a metro quadrato appannaggio dello Stato.  La Tares verrà versata in due rate: la prima scadrà il 16 ottobre 2013, la seconda il 16 febbraio 2014. 

Le utenze domestiche. Con la vecchia Tarsu, preso a riferimento un appartamento da 100 metri quadrati, un single pagava 124 euro, più un contributo del 5% a favore della Provincia. Ora pagherà 115 euro ai quali aggiungere il 5% e un ulteriore versamento di 0.30 centesimi a metro quadrato a favore dello stato. Con la Tarsu per tutti gli altri nuclei la spesa era di 177 euro. Ora le coppie pagheranno 166 euro. Gli aumenti partono dalle famiglie con tre componenti: 201 euro. Per quattro: 237 euro. Per cinque: 279 euro. Per sei: 304 euro.

Le attività commerciali. Penalizzate, come detto, i negozi di ortofrutta di fiori e piante, le pescherie e le pizzerie al taglio che fronteggeranno un aumento del 256%. Seguono ristoranti, trattorie, pizzerie e osterie ferme, si fa per dire, al 121%. Più contenuto l’aumento per i bar e le pasticcerie che si attesta al 56%. Per i banchi del mercato e vendita di generi alimentari l’aumento è del 74%. C’è anche chi dalla nuova imposta trarrà beneficio come le banche (- 65%), ma anche le attività industriali con capannone di produzione (-24%), le attività artigianali che producono beni specifici (–11%), le botteghe di idraulici e falegnami (-15%), le case di cura e di riposo (-10%).  
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