Industrie ancora al palo e cala l’export
Le previsioni per il trimestre luglio-settembre della 155^ Indagine Congiunturale Trimestrale di Confidustria dipingono un'economia provinciale ancora bloccata. Il presidente Giovannini "Facciamo qualcosa di buono tutti assieme per uscire dalla crisi"
Le previsioni per il trimestre luglio-settembre della 155^ Indagine Congiunturale Trimestrale di Confidustria dipingono un'economia provinciale ancora bloccata. Il presidente Giovannini "Facciamo qualcosa di buono tutti assieme per uscire dalla crisi"
Poco ancora si muove rispetto agli scorsi mesi, anzi sono in lieve flessione i dati di diversi indicatori. A incidere è sicuramente il periodo di interruzione produttivo per il periodo di ferie, ma anche una situazione di crisi dalla quale si stenta ancora a uscire. La perdita di competitività delle imprese italiane, la distruzione della capacità produttiva, la fragilità dell’edilizia, l’erosa propensione al risparmio delle famiglie italiane, il debole mercato del lavoro, la burocrazia e l’inadeguato coordinamento tra le istituzioni sono i principali ostacoli individuati dagli industriali per la ripresa dell’economia italiana.
Meno cassa integrazione ma non cresce l’occupazione
Veniamo ai numeri. Occupazione, produzione, ordini totali e anche export sono in calo, non stupisca il segno meno delle esportazioni, in crescita per due anni e mezzo: nel periodo estivo è quasi fisiologico. L’indice di previsione dell’occupazione è -9 (era -10 lo scorso trimestre e -12 un anno fa), l’indicatore della produzione è a -13 (era -8 tre mesi fa e -24 un anno fa). ). Gli ordini totali sono negativi a –12 (erano –6 tre mesi fa e –17 un anno fa). Sono negativi a –4 gli ordini export (erano a +9 tre mesi fa e a +3 un anno fa). In questa indagine congiunturale si aggiunge, inoltre, un nuovo indicatore più specifico, quello della redditività nel trimestre a venire, che si attesta a –27, anche se il 63% degli intervistati si attende una costanza della reddività.
Tengono invece il grado di utilizzo degli impianti e della propensione ad investire. E di positivo sicuramente c’è il calo del ricorso alla cassa integrazione rispetto ai precedenti trimestri e la riduzione del ritardo dei pagamenti. La previsione di ricorso alla cassa integrazione è segnalata dal 15% degli imprenditori del campione (erano il 32% tre mesi fa e 24% un anno fa) e la maggioranza degli intervistati (il 77%) prevede invariata l’occupazione. Il grado di utilizzo degli impianti è al 64% della capacità (era il 66% tre mesi fa), e la propensione ad investire, che segnala investimenti significativi o marginali, è dichiarata complessivamente dal 62% degli intervistati (era il 55% tre mesi fa) e tra questi il 15% prevede investimenti significativi. Il ritardo negli incassi scende ed è segnalato dal 53% degli intervistati (era il 64% lo scorso trimestre), mentre il 70% ha lavoro per più di un mese (era il 61%).
Riva: “Previsioni non preoccupanti”
Il Direttore di Confindustria Alessandria, Fabrizio Riva, approfondisce l’analisi dei dati: “Anche il Centro Studi Confindustria, nel suo studio presentato pochi giorni fa, annuncia spiragli positivi, e vede in atto cinque forze favorevoli: il minor costo dell’energia, la conferma dei progressi nel contesto globale, l’affievolimento delle misure di austerity, una maggiore stabilità di azione del Governo orientata alla crescita e il cauto rinsaldarsi della fiducia. Quindi, anche se nella nostra indagine gli ordini export presentano un segno meno, che mancava da oltre due anni, l’esito della nostre previsioni non deve ritenersi preoccupante, sia per il traino dell’export ricevuto in modo particolare dalle imprese della nostra provincia anche durante la crisi, sia perché questa indagine riguarda il periodo feriale agostano”.
Indici dei principali settori ancora negativi
Per quanto riguarda i settori specifici si hanno previsioni altalenanti. Nel metalmeccanico l’indice dell’occupazione risale a -12 (era -20), gli ordini totali sono a -8 (erano a -23), e gli ordini export a zero (erano -9). Nel chimico cala l’occupazione con un -9 rispetto al +8 di tre mesi fa, così la produzione a -10 (era +50), gli ordini totali a -33,5 (erano +42), e l’export a zero (era +27). Nella gomma-plastica l’occupazione è a -16 (era a -6), la produzione a -44 (era a -17), ordini totali a -29 (erano a +11), ordini export a -14 (erano a +12). Per l’alimentare l’occupazione è a -17 (era zero), gli ordini totali a -8 (era -20) e ordini export a +20 (erano +38). Nelle altre industrie (grafiche, cartotecniche, tessile, calzature, legno e materiali da costruzione) l’occupazione risale a zero (era a -15), la produzione a -3 (era -13), gli ordini totali a zero (era -13), l’export a -9 (erano zero).
Giovannini: “Abbandoniamo le contrapposizioni e facciamo qualcosa di buono”
“Il trend dell’economia resta nel complesso invariato – spiega il presidente Giovannini– e a livello nazionale il picco di attività pre-crisi, rilevato nell’aprile di cinque anni fa, resta pari a –24,8%. Tuttavia, l’ultima indagine Istat presso le imprese manifatturiere ci conforta, poiché rileva un clima di fiducia in aumento per il secondo mese consecutivo. E l’incremento di attività di giugno, secondo gli intervistati, a livello nazionale, è da attribuirsi al significativo miglioramento della domanda estera. A dispetto degli ostacoli cronici che ancora ci sono e che rendono lenta la ripresa del nostro Paese siamo di fronte ad un imperativo urgente: ‘Si deve fare qualcosa di buono‘, come ci suggeriva Keynes, che affermava: ‘Larga parte delle nostre attività costruttive dipende da un ottimismo spontaneo, piuttosto che da attese matematiche. La maggior parte, probabilmente, delle nostre decisioni di fare qualcosa di buono può essere assunta solo come effetto di impulsi istintivi (animal spirits), di un’urgenza spontanea ad agire piuttosto che all’inazione. E questo non è altro che la traduzione del nostro motto: Cervello, cuore, coraggio”.
Per questo Giovannini conclude con un invito: “Abbandoniamo le contrapposizioni, le guerre tra guelfi e ghibellini. Per far ripartire l’Italia abbiamo bisogno di essere tutti uniti”