Ascom: e se invece di aumentare l’Iva tassassimo le sagre?
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
19 Giugno 2013
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Ascom: e se invece di aumentare l’Iva tassassimo le sagre?

Quelli che l'associazione commercianti definisce "ristoranti a cielo aperto" producono un giro di affari stimato intorno ai 2 milioni di euro durante la stagione estiva. Boano: "una concorrenza sleale che, ancor più in questi anni di gravi difficoltà congiunturali, non può essere tollerata"

Quelli che l'associazione commercianti definisce "ristoranti a cielo aperto" producono un giro di affari stimato intorno ai 2 milioni di euro durante la stagione estiva. Boano: "una concorrenza sleale che, ancor più in questi anni di gravi difficoltà congiunturali, non può essere tollerata"

PROVINCIA – Una frase certamente destinata a sollevare polemiche quella del presidente provinciale di Ascom Luigi Boano, che riprendendo con forza l’idea lanciata a livello nazionale dalla Federazione italiana pubblici esercizi, ha detto: “Le sagre producono, anche in provincia, un giro d’affari milionario. In questo momento di difficoltà non possono continuare ad essere esentate da tutto, altrimenti la concorrenza sleale con la ristorazione è palese. E insostenibile”.

Secondo Ascom infatti, le sagre “sono veri e propri ristoranti a cielo aperto che vogliono giocare con regole (fiscali, contabili e amministrative) diverse e molto vantaggiose”.
L’indice è puntanto contro quelle sagre che secondo l’associazione commercianti non hanno nulla a che fare con il giusto concetto di promozione dei prodotti tipici, che ispira invece le sagre definite “autentiche” e contro le quali l’Ascom non ha nulla da eccepire, ma servono solo a nascondere dietro ad un nome che dà tanti vantaggi fiscali, veri e propri ristoranti che, giocando con regole diverse da quelle a cui devono sottostare i ristoratori tradizionali. Secondo i commercianti si genera, così, un pericoloso meccanismo di concorrenza sleale.

L’Ufficio Studi dell’Associazione Commercianti della Provincia di Alessandria aveva già qualche anno fa stimato che il giro d’affari prodotto dalle sagre durante la stagione estiva in provincia superava di gran lunga i 2 milioni.
“Numeri – commenta Boano – che non possono essere ignorati, perché muovono interessi di notevole rilevanza, ancor più in un momento difficile come quello che stiamo affrontando e soprattutto quando agli operatori del commercio tradizionale si chiedono continui e sempre più grandi sacrifici e si impongono decisioni che aggravano costantemente la situazione, come l’imminente aumento dell’Iva”.
Secondo l’Ascom, infatti, le risorse necessarie a scongiurare l’aumento dell’Iva, considerata “l’ennesima sciagura per il comparto commerciale”, potrebbero essere reperite eliminando le esenzioni fiscali e le agevolazioni di cui beneficiano sagre, feste di partiti politici, circoli privati, circoli sportivi. 

Ascom, insomma, torna su una battaglia che da anni si ripete ogni estate per “difendere la ristorazione da una concorrenza sleale che non può essere tollerata. Il momento è drammatico e i sacrifici sono indispensabili, ma perché ad alcuni (sempre gli stessi…) si chiedono sforzi e rinunce (sempre più grandi…) e ad altri non si chiede nemmeno di rinunciare a privilegi spesso ingiustificati? Che tutti facciano la propria parte”.  

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