Ilva: la vicenda davanti alla Corte Costituzionale
Martedì 9 aprile entra nel vivo la vicenda Ilva di fronte alla Corte Costituzionale, che sarà chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della legge varata dal governo Monti alla fine del 2012, per far fronte all'emergenza del gruppo dell'acciaio. Sono due le ordinanze che sono state inviate alla Consulta sul salva-Ilva.
Martedì 9 aprile entra nel vivo la vicenda Ilva di fronte alla Corte Costituzionale, che sarà chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della legge varata dal governo Monti alla fine del 2012, per far fronte all'emergenza del gruppo dell'acciaio. Sono due le ordinanze che sono state inviate alla Consulta sul ?salva-Ilva?.
Sotto la lente di ingrandimento sia il decreto, sia la legge di conversione. Norme che definendo l’Ilva “priorità strategica nazionale” e che le consentono di produrre e vendere il materiale nonostante i sequestri disposti dall’autorità giudiziaria, a condizione che il gruppo Riva agisca entro i limiti fissati dall’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, e dalle disposizioni anti-inquinamento, pena sanzioni fino alla perdita della proprietà dell’azienda.
Il Gip nel ricorso sostiene, però, che il provvedimento salva-Ilva violi ben 17 articoli della Costituzione, tra cui il 3 sul principio di uguaglianza e il 32 sul diritto alla salute, ma anche il 112, relativo all’obbligo dell’azione penale e il 107 sulle garanzie dei pm. Uno degli aspetti su cui si insiste, infatti, è che siano stati vanificati gli esiti dei sequestri e non sia stata rispettata la separazione dei poteri legislativo e giudiziario. Su questo, tra l’altro, erano stati anche sollevati due conflitti d’attribuzione tra poteri dello Stato. A sostenerlo era stata la Procura di fronte alla Consulta, che li ha già giudicati inammissibili lo scorso febbraio: la soluzione della questione passerà ora attraverso l’analisi della legge e della sua tenuta dal punto di vista costituzionale.
L’udienza è la seconda a ruolo e il giudice relatore sarà Gaetano Silvestri; Gabriella Palmieri e Maurizio Borgo gli avvocati dello Stato. Si è costituito Bruno Ferrante, presidente dell’Ilva, rappresentato dagli avvocati Luisa Torchia, Francesco Mucciarelli, Adriano Raffaelli. Hanno depositato memorie anche il Wwf, avvocato Alessio Petretti; Confindustria e Federacciai, legali Giuseppe Pericu e Fabrizio Pollari Maglietta; e Angelo, Vincenzo e Vittorio Fornaro, allevatori che hanno dovuto abbattere centinaia di ovini, che sono stai avvelenati dalla diossina. Ad assistere gli allevatori saranno gli avvocati Giuseppe Mattina e Sergio Torsella. La pronuncia dovrebbe arrivare entro tempi brevi – vista l’urgenza della questione – e forse già entro mercoledì.