Lettera aperta di Giorgio Barberis al sindaco Rossa
Dopo le ultime dichiarazioni del primo cittadino, l'assessore Giorgio Barberis mette nero su bianco, con una lettera aperta indirizzata proprio a Rita Rossa, quelle che sono le proposte avanzate in questi mesi in giunta. "Non siamo noi ad esserci chiamati fuori, ma la mancata risposta del sindaco ai 5 punti posti da FdS"
Dopo le ultime dichiarazioni del primo cittadino, l'assessore Giorgio Barberis mette nero su bianco, con una lettera aperta indirizzata proprio a Rita Rossa, quelle che sono le proposte avanzate in questi mesi in giunta. "Non siamo noi ad esserci chiamati fuori, ma la mancata risposta del sindaco ai 5 punti posti da FdS"
Di seguito il testo completo:
“Dopo aver letto le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Alessandria Rita Rossa, mi vedo costretto a puntualizzare che non siamo noi “ad esserci chiamati fuori”. Preciso nuovamente che la decisione di non partecipare a riunione di giunta era susseguente alla mancata risposta da parte del Sindaco ai cinque punti posti dalla Federazione della Sinistra nei giorni scorsi, che richiamiamo sinteticamente: salvaguardia dei livelli occupazionali in Comune e nelle partecipate; apertura di un tavolo permanente anti-crisi; rispetto del programma elettorale; contestazione della normativa nazionale in materia di dissesto; maggiore condivisione e trasparenza nelle scelte. Condizioni, crediamo, di assoluto buon senso, da sottoscrivere nell’interesse di tutta la nostra comunità. Invece non è arrivata alcuna risposta diretta e non c’è stato al momento nessun confronto nel merito delle questioni poste. Solo polemiche a mezzo stampa. Alle quali, appunto, siamo costretti a replicare.
Il Sindaco ci rimprovera di non aver fatto proposte. Falso. L’istituzione di un tavolo permanente anti-crisi aperto a tutte le parti sociali è una proposta, che Ella ha respinto. Lo è il porre l’ipotesi di una (contenuta e temporanea) riduzione degli stipendi, a partire da quelli più alti, come alternativa plausibile e concreta ai licenziamenti (senza perseguire ipotetici ammortizzatori sociali ad oggi privi di copertura finanziaria). Lo è il potenziamento di alcuni settori chiave del Comune, come ad esempio il Servizio lavoro, clamorosamente sotto-organico. Ci fu risposto che non era un’esigenza prioritaria.. Lo è la costituzione di un ufficio progetti e bandi europei, che non si è voluta ancora concretizzare. Lo sono diverse proposte in tema di politiche culturali e universitarie, che hanno avuto poco spazio in questi momenti di emergenza, ma che rimangono a disposizione per il proseguo dell’attività amministrativa. Lo sono molte nostre idee confluite nel programma mandato. Programma verso il quale non siamo certo noi a essere incoerenti. Ci pare anzi che sia il Sindaco ad aver cambiato linea rispetto a quella con cui si è presentata agli elettori. E crediamo che sia un grave errore, che dovrebbe essere evitato con un radicale cambiamento di rotta.
Leggiamo invece che l’unica proposta avanzata per il futuro di Alessandria è la costruzione di un nuovo ospedale. Ma perché? Proprio oggi con la Regione in grave crisi finanziaria, il sistema sanitario in sofferenza, e il Comune nella situazione gravissima che ben conosciamo. Una struttura c’è già. Perché non migliorarla? Perché non intervenire nel merito per offrire alla cittadinanza migliori servizi e ai dipendenti uno stipendio sicuro, visto che anche in quel settore si inizia sciaguratamente a parlare di tagli, riduzioni ed esuberi? Costruire una nuova struttura? E con quali fondi? Con quali prospettive? Con quale ipotesi di gestione? Perché non ragionare invece del nuovo Tribunale, del potenziamento delle strutture universitarie, del recupero degli immobili presenti nel nostro territorio, pensando per essi ad un utilizzo socialmente e culturalmente qualificante.
Idee, ci pare, con le quali confrontarsi, e non da liquidare sbrigativamente. Poi ciascuno si assumerà la responsabilità delle decisione che saranno prese”.