Sindaci in presidio contro le decisioni dell’Asl
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Sindaci in presidio contro le decisioni dell’Asl

Sabato saranno tutti davanti all'ospedale. "Abbiamo sempre ricevuto rassicurazioni - spiega Andrea Oddone - La realtà è ben diversa"

Sabato saranno tutti davanti all'ospedale. "Abbiamo sempre ricevuto rassicurazioni - spiega Andrea Oddone - La realtà è ben diversa"

OVADA – Un presidio previsto per sabato mattina, di fronte all’ospedale, con tutti i sindaci dell’Ovadese presenti. E con esso la richiesta di un incontro urgente con il neo assessore alla Sanità, Ugo Cavallera. Nel frattempo le associazioni di volontario, non solo quelle attive nel campo sanitario, saranno convocate per mercoledì mattina per individuare altre forte di protesta. “Non avremmo voglia di perdere altri servizi”, spiega il sindaco di Ovada, Andrea Oddone. I sindaci uniti dicono no, ma non nascondono un certo sconcerto dopo le ultime comunicazioni dell’Asl di martedì scorso, il sostanziale azzeramento della possibilità di ricovero anche per i codici verdi che non passeranno più dal punto di primo intervento dell’ospedale si Ovada, il trasferimento degli anestesisti ad altre strutture. “La Regione – fa eco il sindaco di Rocca Grimalda, Fabio Barisione – si sta prendendo la responsabilità di desertificare il nostro territorio”.
 
Sono tutti uniti i sedici primi cittadini dell’Ovadese nella richiesta di rivedere il ridimensionamento, non c’è però ancora un’azione comune da perseguire. In questi anni – prosegue Oddone – abbiamo sempre chiesto il mantenimento di un pronto soccorso con una deroga dovuta alla particolarità del nostro territorio: 40 mila abitanti, considerata anche la Valle Stura, sparsi in un territorio molto vasto e collinare. Ma non c’è stato concesso nulla. Ci era stata anche assicurata la possibilità di continuare a ricoverare del punto di primo intervento. Oggi siamo di fronte a una realtà ben diversa”. Il timore è quello di veder scendere drasticamente il numero dei passaggi dal punto di primo intervento con la conseguenza di una riduzione dell’attività a 12 ore. “Con il provvedimento dell’altro giorno – sbotta Gian Marco Bisio, sindaco di Molare – si è di fatto decretata la chiusura dell’ospedale e viene meno anche quel concetto di deroga sul quale si basano il nostro Consorzio e il Distretto per i quali continueremo a combattere”.
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