Fiumi deserti: fauna ittica quasi sparita
Home

Fiumi deserti: fauna ittica quasi sparita

Sul banco degli imputati lo sconvolgimento dell’ambiente fluviale, dovuto ai lavori di riassetto idraulico e l'inquinamento

Sul banco degli imputati lo sconvolgimento dell’ambiente fluviale, dovuto ai lavori di riassetto idraulico e l'inquinamento

OVADA – C’erano una volta i barbi e i cavedani (noti ad Ovada come “quaiastri”), ma anche le carpe ed altri pesciolini di minor stazza. Oggi c’è il deserto, o quasi. Orba e Stura sono sempre più vuoti e i pescatori nostrani si lamentano. Ma se la fauna ittica locale è ridotta ai minimi termini, è anche un po’ colpa loro; troppi “prelievi” impoveriscono i corsi d’acqua. Ma non c’è solo quello. Negli ultimi decenni sono cambiate, in peggio ovviamente, molte cose nei nostri torrenti. C’è chi accusa i cormorani (voraci uccelli neri che saccheggiano quel poco che c’è rimasto), chi invece da’ la colpa all’inquinamento. La realtà però sembra suggerire che lo sconvolgimento dell’ambiente fluviale sia il principale indiziato.
 
In altre parole i poveri pesci oggi non sano più dove rintanarsi e dove deporre le loro uova. Gli interventi di “riassetto idraulico” dei torrenti (per scongiurare il rischio alluvioni – si dice) hanno cambiato il letto dei corsi d’acqua. Orba e Stura in tanti punti scorrono direttamente sulla roccia, non c’è più ghiaia per parecchi tratti, lungo le rive ci sono sempre più muri e sempre meno massi, i vecchi “gabbioni” (reti di metallo con all’interno masse di ciottoli) sono solo un ricordo del passato. Risultato: i pesci non hanno più luoghi dove nascondersi. E poi c’è anche un problema di portata: c’è meno acqua nei nostri torrenti. Questo spiega parecchie cose, ma non tutto.
 
Per esempio, il tratto dello Stura tra Ovada e Rossiglione non è stato molto alterato, eppure anche lì la fauna ittica è scarsa. Perché? L’inquinamento più vistoso è stato eliminato grazie ai depuratori, ma forse non è scomparso. A parte i periodici sversamenti abusivi di sostanze illecite (che sono anche saliti agli onori delle cronache), occorre segnalare la presenza di alghe di vario tipo che un tempo non erano presenti. Tutto ciò sembrerebbe indicare uno stato di salute non perfetto dei corsi d’acqua. Sommando tutti questi elementi, si capisce facilmente perché i pesci siano sempre più rari.
E i pescatori? Cercano di porre rimedio (del resto è nel loro interesse) con l’immissione di trote che, tuttavia, vengono ben presto “prelevate”. Ma tutto ciò non funziona, anzi, secondo alcuni, complica le cose, anche perché le trote sono predatori e divorano i pesci più piccoli.
 
Situazione irrimediabile, dunque? Forse, ma non del tutto. Se è vero – come ci è stato riferito – che negli ultimi tempi c’è stata una piccola ripresa numerica dei barbi, probabilmente non tutto è perduto.
Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione