Ilva, Fiom: “A Novi nessun cassintegrato”
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
21 Febbraio 2013
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Ilva, Fiom: “A Novi nessun cassintegrato”

“All'Ilva di Novi, al momento, non è previsto il ricorso alla cassa integrazione”. Lo afferma il rappresentante sindacale Fiom Cgil che aggiunge: "il lavoro per ora non manca, certo resta la preoccupazione". Sul fronte Kme fumata nera dall'ultimo incontro di Firenze

?All'Ilva di Novi, al momento, non è previsto il ricorso alla cassa integrazione?. Lo afferma il rappresentante sindacale Fiom Cgil che aggiunge: "il lavoro per ora non manca, certo resta la preoccupazione". Sul fronte Kme fumata nera dall'ultimo incontro di Firenze

NOVI LIGURE – La cassa integrazione annunciata per 6.500 lavoratori, di cui 6.417 per lo stabilimento di Taranto “non riguarderà lo stabilimento di Novi Ligure”. Lo dice chiaramente Massimiliano Repetto, rappresentante sindacale e membro della segreterai provincia di Fiom Cgil, dopo che ieri si era diffusa la notizia sul ricorso all’ammortizzatore sociale. “Non ci risulta che Novi rientri nei piani di cassa integrazione che riguarderanno, invece, Taranto e Torino” dice Repetto. In questo momento, nello stabilimento di via Bosco Marengo “il lavoro non manca. I rotoli stanno regolarmente arrivando da Taranto”.
Repetto non nega che in stabilimento si viva con ansia l’accavallarsi di notizie che giungono dalla Puglia. “E’ evidente che ci si trova davanti ad un bivio. E tra le ipotesi non è escluso che la produzione possa essere addirittura trasferita da Taranto a Novi. In ogni caso sono strade che saranno seguite nell’arco di due anni”, aggiunge il sindacalista.

Resta tesa anche la situazione in Kme. L’altro giorno a Firenze, nella sede italiana del gruppo, sono tornati ad incontrarsi sindacati e azienda per discutere il piano industriale. “Purtroppo non ci sono da registrare novità”, ha detto il delegato Fiom Angelo Paternò. L’azienda resta ferma sulla volontà di avviare la mobilità per 274 lavoratori, di cui 95 nello stabilimento di Serravalle Scrivia, ma conferma la scelta di mantenere in attività il forno di Fornaci di Barga che alimenta lo stabilimento di Serravalle. Non è ancora stato fissato un nuovo eventuale confronto tra le parti ma venerdì si incontreranno i confederati per decidere come procedere nella trattativa.
Intanto, sono scaduti a gennaio i contratti di solidarietà nel reparto ottone, “e l’azienda fa fermate alla produzione coprendo la giornata con ferie residue dei lavoratori pur essendoci un accordo interno che prevede che fino ad un totale di 40 giorni tra ferie residue sommate alle ferie che si matureranno in corso d’anno. Nel mese di febbraio vi sono state due fermate”, aggiunge Roberto Mazzarello, delegato di Usb.
Sulla difficile situazione in Kme e Marcegaglia di Pozzolo, dove sono stati annunciati esuberi, interviene anche il consigliere regionale Eleonora Artesio di Federazione della Sinistra che ha fatto propria l’istanza del comitato elettorale di Novi Rivoluzione Civile. Artesio ha depositato nei giorni scorsi, due interrogazioni con cui viene chiesto alla Regione Piemonte di attivare al più presto “tavoli di confronto per affrontare le crisi delle due aziende con tutti gli strumenti attivabili dall’ente”

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