Ginecologi e ostetriche: confermato lo sciopero del 12 febbraio
Home
Redazione - redazione@alessandrianews.it  
21 Gennaio 2013
ore
00:00 Logo Newsguard

Ginecologi e ostetriche: confermato lo sciopero del 12 febbraio

Confermato lo sciopero anche dopo l'incontro con il ministro della Salute Balduzzi. La protesta per i tagli della spending review e la necessità di tutelarsi legalmente a proprie spese. Trifoglio: "

Confermato lo sciopero anche dopo l'incontro con il ministro della Salute Balduzzi. La protesta per i tagli della spending review e la necessità di tutelarsi legalmente a proprie spese. Trifoglio: "

Martedì 12 febbraio è stato proclamato il primo sciopero nazionale di ginecologi e ostetriche: niente parti programmati, visite, esami ed ecografie nè negli ospedali pubblici e privati nè nei consultori e gli ambulatori extraospedalieri, sebbene verranno comunque garantite le emergenze. Si stima che l’interruzione forzata delle attività causerà l’anticipazione o il rinvio di circa 1100 interventi tra cesarei e induzione di parti programmati. Lo sciopero è indetto dalle principali associazioni di categoria: associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), Società italiana di ginecologia (Sigo), associazione ginecologi universitari (Agui), federazione sindacale medici dirigenti (Fesmed), associazione ginecologi territoriali (Agite), società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica e metodologie biofisiche (Sieog) e associazione italiana di ostetricia (Aio).

“Ringraziamo il Ministro per la rapidità della convocazione e per la sua disponibilità ad ascoltare le nostre richieste. Abbiamo offerto la nostra collaborazione agli organismi ministeriali per l’attuazione delle proposte avanzate dal ministro Balduzzi a creare tavoli tecnici. Abbiamo ribadito che la nostra protesta è rivolta soprattutto ad attrarre l’attenzione di tutte le forze politiche affinché si facciano carico di inserire nei rispettivi programmi di governo la problematica del contenzioso medico legale e introdurre i correttivi necessari per raffreddarlo, contenendo così il fenomeno della medicina difensiva, e contemporaneamente affrontare e risolvere i problemi della sicurezza dei punti nascita nell’interesse della salute e del benessere della mamma e del bambino. 

Tuttavia, la disponibilità del Ministro non può essere considerata un elemento sufficiente e risolutivo per poter farci recedere dalla nostra ferma intenzione di proclamare lo sciopero per il 12 febbraio. Sciopero che sarà formalizzato, secondo la normativa vigente, lunedì 21 gennaio. Ad oggi nessun partito nei propri programmi elettorali ha preso in considerazione le criticità del contenzioso medico legale da noi sollevate e che interessa tutta la classe medica e la sicurezza dei punti nascita. Il Ministro ci ha proposto di compiere insieme un percorso di collaborazione finalizzato alla stesura del Decreto attuativo previsto dalla legge Balduzzi apportandone miglioramenti che possano renderlo più incisivo riguardo alle problematiche sollevate. Restiamo ora in attesa che alle parole del ministro seguano i fatti e che le forze politiche diano dei segnali di interesse alle nostre richieste ponendole nei loro programmi di governo. La protesta continua” dichiarano Fesmed, Aogoi, Sigo e i chirurghi dell’Acoi, che hanno incontrato il 18 gennaio scorso presso il Dicastero della Salute il ministro Renato Balduzzi.

Le ragioni dello sciopero sono principalmente due: i tagli della spending review e delle altre manovre finanziarie degli ultimi anni ma, soprattutto, al centro delle polemiche c’è la questione della cosiddetta “medicina difensiva“, ovvero la necessità da parte di ginecologi e ostetrici di tutelare legalmente se stessi in prima persona con il rischio di non pensare principalmente alla salute del paziente come in realtà dovrebbe essere.

“La motivazione della protesta è estremamente valida, i medici vogliono tutelarsi dalle responsabilità personali e rischiano di non agire nel miglior modo per il paziente. Lo sciopero sarà comunque un atto più che altro dimostrativo che non andrà troppo a condizionare le attività del reparto di ostetricia e ginecologia considerato quanto poco prevedibili e programmabili siano le attività che vi si svolgono” dice Oria Trifoglio, assessore alla salute e alle pari opprtunità e medico specialista in ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Alessandria. Dunque il problema della tutela legale è centrale in quanto, entro il 2013, ogni medico dovrà essere assicurato ma le polizze annue risultano spesso proibitive, raggiungendo anche i 20mila euro annui e il sistema sanitario non sembra intenzionato a coprirle. Oltre a questo fatto sono spesso le assicurazioni a non voler stipulare contratti con i medici in quanto ritenuti troppo rischiosi. Dal canto suo Renato Balduzzi, ministro della Salute, si dichiara “stupito che questa iniziativa sia stata presa proprio ora, quando per la prima volta si sta realmente cercando di affrontare il problema.” A tal proposito ha indetto una riunione nella sede del ministero in Lungotevere Ripa con i rappresentanti di tutte le sigle dei ginecologi e ostetriche.

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione