Tafuri: Per il campionato ci siamo ma non abbiate fretta”
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Edoardo Schettino - redazione@ovadaonline.net  
17 Gennaio 2013
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Tafuri: Per il campionato ci siamo ma non abbiate fretta”

L'allenatore ovadese: "Stiamo costruendo in casa quello che non è stato possibile comprare. Le risorse soo scarse: serve programmazione"

L'allenatore ovadese: "Stiamo costruendo in casa quello che non è stato possibile comprare. Le risorse soo scarse: serve programmazione"

OVADA – Tre anni sulla stessa panchina sono un periodo significativo nel calcio dilettantistico di oggi. A Ovada, in tempi recenti c’è riuscito Alberto Esposito, prima che la società dovesse precipitosamente rientrare di investimenti sopra le possibilità. Oggi c’è Marco Tafuri. Non che la navigazione sia stata sempre liscia. Lo testimoniano le dimissioni avanzate in estate, poi rientrate una volta completato l’organico. Usa la metafora della macchina da Formula 1 il mister ovadese per spiegare come sta la sua squadra a pochi giorni dalla ripresa. Domenica arriva il Geirino la G3 Real Novi. “Nel complesso è una buona auto – spiega – ma per vincere il campionato mancano ancora alcuni pezzi. Non è stato possibile comprarli sul mercato. Quindi dobbiamo crearli in casa. Per questo già da domenica cambierò qualcosa. La squadra alle ultime uscite ha faticato con le due punte davanti”.

Un innesto per il centrocampo c’è stato. Cosa può dare in più Salis? 
“E’ uno specialista del ruolo, dovrà dare esperienza, essere punto di riferimento, dettare i tempi del gioco e essere leader vocale. Abbiamo una squadra di buoni giocatori ma in campo siamo un po’ muti. All’inizio abbiamo provato ad adattare Pini: a volte l’esperimento è riuscito, altre volte meno”. 

Cosa manca alla squadra per fare un salto di qualità?

Sicuramente una seconda punta che sappia essere pericolosa, ma che sia in grado di lavorare anche per la squadra. Abbiamo poi preso molti gol, anche perché i nostri due centrali possono crescere, ma al momento non abbiamo il giocatore che può guidare gli altri.

Il centrocampo rimane forse il reparto dove hai più soluzioni e talento.

Giannichedda è quello che si è espresso con maggiore continuità. Poi c’è Gioia, che ha faticato all’inizio anche per problemi fisici, ma che nell’ultima parte del girone si è spesso preso sulle spalle la squadra. Carminio ha fatto cose buone. Poi ho Krezic che è un jolly, deve capire che può darci una mano se sul campo elimina certe leziosità e va più al sodo.

All’inizio della stagione attorno alla squadra si parlava di vincere il campionato. A fine girone di andata, otto punti in meno dell’Asca, qualcuno sostiene che si poteva fare di più. Qual è il tuo bilancio?

Credo che la nostra stagione sia buona per i nostri valori tecnici. L’Asca per essere dove sta ha inserito giocatori di sostanza (Marchelli, Turdera ndr) e ora ha pure rilanciato assicurandosi Pannone. Noi siamo una società che deve programmare per sopperire alla carenza di risorse economiche. E quindi il lavoro è più lungo. Ciò non toglie che otto punti siano meno di tre partite. Ce la giocheremo fino in fondo e poi faremo i conti.

Programmare significa pensare anche ai prossimi anni. Cosa c’è all’orizzonte?

Diversi giovani interessanti come Gonzalez che già ha esperienza in prima squadre e Pietramala che potremmo vedere da qui al termine dell’anno. Se rimarrò allenatore anche al termine di questo campionato, la strada sarà questa: lavorare sul campo per creare quel che ci serve. C’è solo bisogno di tempo. 

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