Ristoranti, mense e Asl, quando la “truffa” alimentare è servita
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
15 Gennaio 2013
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Ristoranti, mense e Asl, quando la “truffa” alimentare è servita

Il lavoro dei Nas in provincia ha portato a 1929 controlli sfociati in 369 violazioni amministrative e 182 reati. L'appello del ministro Balduzzi: “sicurezza, qualità e sviluppo nel sistema alimentare devono andare di pari passo”

Il lavoro dei Nas in provincia ha portato a 1929 controlli sfociati in 369 violazioni amministrative e 182 reati. L'appello del ministro Balduzzi: ?sicurezza, qualità e sviluppo nel sistema alimentare devono andare di pari passo?

ALESSANDRIA – C’è anche chi ha acquistato panettoni industriali al supermercato, li ha spacchettati e riconfezionati per venderli nella propria pasticceria, come prodotto artigianale. E’ una delle truffe scoperte dai Nas di Alessandria, Asti e Cuneo, al comando del capitano Giraudo nel corso dell’ultimo anno. I dati sull’attività del nucleo anti sofisticazione dei carabinieri sono emersi a margine di un convegno sulla sicurezza alimentare, che si è svolto ieri mattina, a Palazzo Monferrato, organizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Ligura e Valle d’Aosta.
I Nas sono parte integrante del circuito: a livello nazionale, ha detto il generale Cosimo Piccinno,relatore al convegno, “l’Italia è il paese in cui si fanno più controlli: 39 mila nell’ultimo anno nel settore agroalimentare che rappresenta il 16% del Pil. Su questa ricchezza è inevitabile che sia crescente l’interesse della criminalità organizzata. Basti pensare che il fatturato del “falso” nel settore è di 60 miliari di euro”. Piccinno racconta di “prosciutti polacchi riconfezionati e rivenduti come italiani; caciotte lituane vendute come sorrentine”. Solo eccezioni, fortunatamente. 
In provincia il settore principale è quello vitivinicolo e le “truffe” nostrane non toccano livelli di “industrializzazione”. Gli uomini al comando del capitano Giraudo hanno svolto un’importante opera di prevenzione e di controllo nel settore alimentare: circa l’80% de controlli è infatti concentrato sulla filiera del cibo.
Circa 600 sono stati i controlli a ristoranti o agriturismo; 200 i controlli presso cantine, 400 presso le Asl; 250 i controlli presso panifici – pasticcerie; 200 su rivendite o lavorazioni di carni.
Su 1929 controlli in totale sulle tre province di competenza, in 325 le strutture visitate sono risultate non conformi alle norme, pari al 17% de totale.
369 sono state le violazioni amministrative contestate, pari a 382 mila euro; 182 i reati penali rilevati. Sono stati portati a termine 96 sequestri di varia natura, per un valore della merce pari a 3 milioni e 800 mila euro, di cui 1,5 milioni nel settore della ristorazione.
Le maggiori infrazioni hanno riguardato il cattivo stato di conservazione dei cibi e delle acque: alimenti scaduti e non buttati, presenza di larve o batteri pesce mal conservato. L’attività ha riguardato anche le mense scolastiche o di ricoveri dove è stata verificata anche la regolarità dell’esecuzione degli appalti. “Possiamo dire che sono relativi al settore alimentare circa l’80% de nostri controlli”, conferma il capitano.
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