Qualità del cibo: “il modello Italia da esportare e valorizzare”
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
15 Gennaio 2013
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Qualità del cibo: “il modello Italia da esportare e valorizzare”

Un convegno a Palazzo Monferrato per parlare di sicurezza alimentare, strategie di qualità da perseguire, anche in vista dell'Expò 2015. Tra i relatori il ministro Balduzzi, il nutrizionista Giorgio Calabrese, il direttore generale della direzione per l'igiene e la sicurezza degli alimenti del minstero della salute

Un convegno a Palazzo Monferrato per parlare di sicurezza alimentare, strategie di qualità da perseguire, anche in vista dell'Expò 2015. Tra i relatori il ministro Balduzzi, il nutrizionista Giorgio Calabrese, il direttore generale della direzione per l'igiene e la sicurezza degli alimenti del minstero della salute

ALESSANDRIA –  Dal cibo come valore educativo all’enogastronomia come fonte di ricchezza e modello da esportare. Sono stati tanti i temi e gli spunti di riflessione toccati nel corso del convegno che si è svolto ieri mattina, a palazzo Monferrato. Organizzatore e promotore dell’incontro, al quale ha partecipato il modo produttivo, imprenditoriale e amministrativo del settore, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
L’istituto fa un’importante opera di prevenzione sugli alimenti immessi nel mercato e rappresenta un “fiore all’occhiello” del “sistema Italia” sulla qualità del cibo che è internazionalmente riconosciuta al Bel Paese.
A ricordare l’importanza del settore, non solo in Italia, ma anche in Provincia di Alessandria è stato il presidente della Camera di Commercio Piero Martinotti: “l’agroalimentare è stato uno dei settori in crescita in fatto di export (+2%). Entro 10 anni sarà ils ettore che darà maggiore soddisfazione”, anticipa il presidente.
A livello nazionale il comparto rappresenta il 16% del Pil ed è uno dei biglietti di visita principali dell’Italia nel mondo. Da qui la necessità di preservare la qualità che viene riconosciuta all’Italia e, se possibile, migliorarla.
Il sistema di controlli già esistenti, è stato detto nel corso del convegno, rappresenta un “modello” e un punto di riferimento per il mondo.
“Qualità e sviluppo sono facce della stessa medaglia – ha ricordato il ministro Renato Balduzzi – L’alessandrino e il Piemonte sono un territorio cruciale con le sue 5 dop e 3 Igp. Basti pernsare al settore vitivinicolo. Ma sono valori che non vanno dati per scontati e vanno valorizzati nella prospettiva anche di Expo 2015, un’occasione straordinaria che non ha ancora coinvolto nel modo giusto tutti i settori e non è ancora partita in modo fluido. Il sistema di sicurezza alimentare e veterinaria è un biglietto di presentazione del nostro paese, che in altri settori non possiamo vantare. Il modello di sicurezza italiana esiste e ci viene riconosciuto”.
Un concetto ripreso da Romano Marabelli, capo del dipartimento della sanità pubblica veterinaria presso il ministero della Salute: “Un metodo di controllo è scientifico se è replicabile e quello Italiano lo è. E’ questo che ci ha consentito di esportare prosciutto crudo di Parma in paesi come gli Stati Uniti. I nostri sistemi usano poca chimica, poca fisica, molta biologia. Il mondo produttivo deve avere più coraggio e presentare le cose come stanno veramente: impensabile lanciare messaggi al consumatore di prodotti genuini e sani se accompagnati dall’immagine di una gallina che passeggia sul tavolo”.
Il nutrizionista Giorgio Calabrese ha parlato di qualità di cibo ed aspettativa di vita, per poi tornare a porre l’accento su Expo 2015, una “grande potenzialità Il mondo lo sa che abbiamo il miglior cibo al mondo. Abbiamo surclassato il cibo e il vino francese. Expo 2015 non deve essere solo una vetrina di prodotti ma anche sulla sicurezza”.
Il mondo produttivo, Federeindustria, Confagricultura, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, ha saputo cogliere l’appello, confermando che sicurezza e qualità sono ormai punti imprescindibili del mondo dell’agricoltura e della trasformazione degli alimenti.
“Dal 1993 eseguiamo controllo dei residui dei fitofarmaci nei prodotti vegetali. Su 10 mila campioni la percentuale prodotti non conformi sono lo 0,23%. Possiamo fare ancora molto, possiamo incidere sul supporto tecnico da fornire alle aziende agricole, possiamo puntare sull’introduzione di autocertificazione e sullo snellimento della burocrazia. Abbiamo bisogno di produrre qualità ma anche evitare importazione di prodotti non di qualità”, ha detto Gian Paolo Coscia, presidente Confagricoltura Piemonte.
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