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Bloccato il decreto di riordino: “siamo al caos istituzionale”
Salta il decreto sul riordino delle Province che non piaceva a nessuno, ma almeno evitava il caos istituzionale. A rischio i servizi scuole e manutenzione strade. "L'unica cosa certa è che siamo senza risorse"
Salta il decreto sul riordino delle Province che non piaceva a nessuno, ma almeno evitava il ?caos istituzionale?. A rischio i servizi scuole e manutenzione strade. "L'unica cosa certa è che siamo senza risorse"
Cosa significa per la provincia di Alessandria e per le altre province italiane? “Significa che si torna al decreto di luglio, il salva Italia, che tagliava pesantemente le risorse senza però dire chi si accollerà i servizi che oggi le province assicurano, scuole e manutenzione strade in primis”, spiegano da palazzo Ghilini.
Con il decreto Salva Italia di luglio, già convertito in legge, il governo aveva infatti predisposto l’accorpamento delle province secondo i criteri stabiliti, poi, dalle Regioni. Per il Piemonte si parlava di accorpamento tra Alessandria ed Asti. Sempre secondo la norma, a gennaio sarebbero dovute essere azzerare tutte le giunte provinciali. Il decreto di riordino avrebbe dovuto dire chi si sarebbe occupato dei servizi forniti attualmente dalle province.
“Ora, l’unica cosa certa è che siamo senza risorse per garantire tali servizi”, spiega Gianfranco Comaschi, vicepresidente e assessore al bilancio della provincia di Alessandria.
Lo stesso dispositivo che tagliave i trasferimenti gli enti intermedi “è oggetto di ricorso al tar da parte dell’Unione delle Province, al quale aderiremo anche noi”. Questa ulteriore tegola sulla testa “rischia di farci morire per dissanguamento”, dice ancora senza mezzi termini.
I servizi di tutela ambientale, di manutenzione delle strade e delle scuole, “rischiano di finire in carico a Comuni e Regioni”, aveva avvertito anche il Dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione Pubblica, i quali non sono in grado di supportare al momento altri oneri.
A nulla è valso l’appello del ministro Patroni Griffi: il Senato ha deciso per stoppare il decreto, lasciando nell’incertezza il futuro degli enti provinciali.
Fino al primo pomeriggio di ieri c’era ancora chi sperava: “è da evitare il caos istituzionale che deriverebbe dalla mancata conversione in legge del decreto e che consente di evitare una serie di problemi, a cominciare dalla cancellazione delle giunte”, aveva detto il capogruppo Pd Federico Fornaro.
Gianni Barosini, Udc, presidente del Consiglio Provinciale, non nasconde la sua amarezza: “mi auguro che si tratti solo di un rallentamento e non di una resa definitiva. Il progetto di accorpamento con Asti aveva già attivato una serie di riflessioni su possibili opportunità. Si è fatto un gran parlare di razionalizzazione ed ora si fa marcia indietro? Quel che è peggio – aggiunge – è che non viene chiarito quali deleghe restaranno in capo alla provincia e con quali risorse si protrà fare fronte ai servizi, compresi i lavoratori”.