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Ospedale: ora rischia anche la riabilitazione
Muliere (Pd): "Chirurgia generale a Novi, Riabilitazione a Tortona". Il vice sindaco Caneva: "Inaccettabile non consultare i sindaci"
Muliere (Pd): "Chirurgia generale a Novi, Riabilitazione a Tortona". Il vice sindaco Caneva: "Inaccettabile non consultare i sindaci"
OVADA –
Nuovo allarme a proposito dell’ospedale di Ovada. A lanciarlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Rocchino Muliere al termine della Commissione svoltasi ieri in cui l’assessore Paolo Monferino ha illustrato le linee guida della riorganizzazione della rete ospedaliera alessandrina. “La sensazione – ha commentato Muliere – è che lo stiano smantellando pezzo dopo pezzo. La revisione della rete prevede il passaggio a Novi della chirurgia generale e a Tortona della riabilitazione. Siccome la riabilitazione è una eccellenza dell’ospedale di Ovada, il suo spostamento è un bruttissimo segnale. Anche perché è evidente che gli abitanti dell’Ovadese difficilmente si serviranno di Tortona, più facilmente di Genova. L’assessore Monferino vuole dunque andare contro l’impegno sul futuro dell’ospedale di Ovada assunto non più di due settimane fa dal ministro Balduzzi?”
“Stiamo lavorando per predisporre un documento dettagliato la cui presentazione sarà completata anche nelle successive riunioni di Commissioni – ha spiegato l’Assessore Monferino al termine della Commissione – Nella predisposizione di tale documento, abbiamo cercato di dare priorità alle aree più critiche, e in modo particolare a quelle di Torino e della provincia torinese, basandoci su criteri equilibrati e validi per tutto il territorio: la revisione della rete ci porterà ad un numero di posti letto complessivo coerente con le normative nazionali, ma in grado di rispondere alle esigenze del territorio”.
Voci interne all’ospedale di Ovada danno anche per imminente l’abbandono da parte dei due anestesisti del Pronto Soccorso. La Chirurgia il cui destino è parso segnato dopo le parole del direttore generale dell’Asl Paolo Marforio che al momento del suo insediamento parlò di “numeri insufficienti per l’accreditamento regionale”, ha visto ridursi provvisoriamente fino al 30 settembre le attività, salvo poi non tornare più al regime ordinario. “Rimaniamo sempre in attesa – è stato il primo commento del vice sindaco di Ovada, Sabrina Caneva – di quell’incontro che abbiamo sempre chiesto, che non è mai stato concesso e che è stato sollecitato anche nell’ultimo ordine del giorno votato all’unanimità dal consiglio comunale. Riteniamo inconcepibile che decisioni così importanti siano prese senza consultare chi conosce il territorio e lo rappresenta. Da parte nostra non possiamo che assicurare che i sindaci dell’Ovadese andranno avanti in questa battaglia”.
Non sembra questa però la strada che intendono percorrere in Regione. “Una volta conclusi gli esami in IV Commissione dalla quale auspichiamo di uscire con un progetto per quanto possibile largamente condiviso – ha aggiunto Monferino – illustreremo il progetto e le azioni conseguenti alle rappresentanze dei Sindaci dei singoli territori di ciascuna rete ospedaliera. Successivamente si provvederà a far licenziare il progetto con le necessarie delibere prima di dar corso alla fase esecutiva”.