Primo dicembre, Giornata mondiale per la lotta all’aids
Ogni anno il 1° dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale per la lotta contro lAIDS, una delle epidemie più devastanti della storia dell'umanità, capace di causare oltre 25 milioni di morti. E' fondamentale non abbassare la guardia sul fenomeno e combattere per una prevenzione sempre più efficace
Ogni anno il 1° dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale per la lotta contro l?AIDS, una delle epidemie più devastanti della storia dell'umanità, capace di causare oltre 25 milioni di morti. E' fondamentale non abbassare la guardia sul fenomeno e combattere per una prevenzione sempre più efficace
In questi 30 anni l’AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi.
La situazione in Piemonte.
Dal 1999, circa 4.000 persone che vivono in Piemonte hanno scoperto di aver contratto l’infezione da Hiv: sono circa 300 all’anno.
Nel 2011, le nuove diagnosi di infezione da HIV sono state in totale 262, le diagnosi di malattia (Aids) sono state 68. L’andamento dal 1999 al 2011 appare stabile, mentre in valore assoluto, nel 2011, si registra un calo di 37 casi rispetto all’anno precedente.
Nel 2011, le province con più elevato tasso di incidenza (per 100.000 abitanti) di infezione da Hiv/Aids sono Novara (7,5), Torino (6,9), Alessandria (5,9) e Verbano-Cusio-Ossola (4,9). Tra i nuovi casi di diagnosi di infezione da HIV/AIDS, i maschi rappresentano circa il 74% del totale. Le donne sono più presenti nelle classi di età giovani-adulte (19-34 anni) mentre i maschi sono più numerosi delle donne dai 35 anni in avanti. Negli ultimi cinque anni (2007-2011), la fascia di età più frequente tra le nuove diagnosi di infezione da HIV è quella che va dai 34 ai 44 anni.
L’anno scorso, tra i nuovi casi di diagnosi di infezione gli stranieri rappresentano il 34%. L’Hiv/Aids in Piemonte, così come a livello nazionale ed europeo, si trasmette per via sessuale in 3 casi su 4. Dal 2008 si registra una crescita dei rapporti omo e bisessuali non protetti tra le modalità di trasmissione. Negli ultimi tre anni, tra gli uomini, questa modalità risulta la più frequente (48%).
Sono in costante calo dal 1999 le infezioni attribuibili allo scambio di siringhe non sterili tra consumatori di droghe per via endovenosa (6% dei casi totali del 2011), nel 1999 questa modalità rappresentava il 22% delle diagnosi dell’anno.
E’ ancora molto alto il numero di persone che nella nostra regione arrivano troppo tardi alla diagnosi o perché già in Aids conclamato o perché l’infezione Hiv è progredita al punto da compromettere il successo delle cure.
L’anno scorso, il 36% delle persone con nuova diagnosi di Hiv ha effettuato la diagnosi in ritardo. Negli ultimi due anni si registra la quota più elevata del quinquennio 2007-2011. Tra gli stranieri è più alta la quota di ritardo (38%) rispetto agli italiani (32%).
Inoltre, arrivano maggiormente in ritardo (35%) le persone che attribuiscono alla trasmissione sessuale la propria modalità di acquisizione dell’infezione rispetto a chi ha fatto scambio di siringhe non sterili (26%).
La prevenzione resta la principale arma a disposizione, gli interventi devono però essere modulati in base alle caratteristiche delle persone a rischio a cui si rivolgono (donne, giovani, maschi che hanno rapporti sessuali con maschi).