Primarie del centro sinistra: la parola agli elettori!
Con prudenza gli organizzatori indicano come obiettivo minimo i 12 mila votanti in provincia: ma nel 2009 furono 18 mila, e si punta a superarli. Braccio di ferro tra bersaniani e renziani, con Vendola terzo incomodo? Si vota domenica dalle 8 alle 20: poi il verdetto. Eventuale ballottaggio il 2 dicembre
Con prudenza gli organizzatori indicano come obiettivo minimo i 12 mila votanti in provincia: ma nel 2009 furono 18 mila, e si punta a superarli. Braccio di ferro tra bersaniani e renziani, con Vendola terzo incomodo? Si vota domenica dalle 8 alle 20: poi il verdetto. Eventuale ballottaggio il 2 dicembre
Le pre iscrizioni al voto sono complessivamente già 5.000, ma ci si potrà iscrivere anche sul momento, il che fa pensare che il traguardo minimo di 12 mila votanti a livello provinciale possa essere abbondantemente superato, nonostante la prudenza degli organizzatori.
Del resto se nel 2009, quando si votò per scegliere il segretario nazionale del Partito Democratico, i partecipanti in provincia di Alessandria furono circa 18 mila, oggi che si vota per individuare il futuro candidato alla guida del Governo, e con una coalizione “allargata”, è prevedibile un risultato più ampio. Sono 480 i volontari “mobilitati” sul territorio alessandrino per le operazioni di voto. Nel caso in cui nessuno dei candidati ottenga (naturalmente su scala complessiva nazionale) il 50% più uno dei consensi, la domenica successiva, 2 dicembre, si terrà il “ballottaggio” tra i due che hanno raccolto il maggior numero di voti al primo turno.
Il confronto tra i candidati e i loro sostenitori, nelle scorse settimane, è stato intenso e non privo di qualche “colpo basso” anche su scala locale: soprattutto sui social network, dove la polemica e le accuse reciproche, soprattutto tra “bersaniani” e “renziani”, hanno tenuto banco, aggiungendo un po’ di “pepe” alla consultazione. E se molti si aspettano un “braccio di ferro” proprio tra Bersani e Renzi, i sostenitori di Vendola non ci stanno, e proprio in questi ultimi giorni il leader di Sel ha annunciato senza mezze misure: “preparatevi alla grande sorpresa, le primarie le vinco io”. Solo pre tattica per tenere alto il morale delle truppe, o vera convinzione? Quel che è certo è che a sinistra c’è chi ha già ufficialmente annunciato, come i Comunisti Italiani, “al primo turno con Vendola, e al ballottaggio (se Vendola non ce la facesse) con Bersani”. I “renziani”, però, negli ultimi giorni hanno nuovamente alzato il tono dello scontro, tornando in particolare sul tema della “rottamazione”di un apparato, in gran parte schierato con il segretario del Pd, di parlamentari “di lunghissimo corso”, che al di là di regole sul numero di mandati e anni in Parlamento, appaiono orientati ad un’ulteriore candidatura. E se, come appare ormai non improbabile, in primavera si tornasse a votare con l’attuale legge elettorale, la possibilità di reale scelta da parte degli elettori sarebbe come noto assai ridotta.
Su scala provinciale, sia i comitati pro Bersani che quelli a sostegno di Matteo Renzi (entrambi di passaggio ad Alessandria nelle scorse settimane, e con vasta partecipazione) hanno “scandagliato” palmo a palmo territorio e web, alla ricerca di consenso. E all’uno come all’altro non manca il sostegno di volti noti: “bersaniani” sono, tra gli altri, il segretario provinciale del Pd Daniele Borioli, il presidente della Provincia Paolo Filippi (pur con diversi “distinguo”), l’on. Mario Lovelli, l’assessore provinciale Lino Rava, il capogruppo Pd a Palazzo Ghilini (e sindaco di Castelletto d’Orba) Federico Fornaro, il sindaco di Castellazzo Bormida Domenico Ravetti, e a Novi il sindaco Lorenzo Robbiano e la segretaria cittadina del Pd Cecilia Bergaglio. Ma anche, al di fuori del perimetro del Partito Democratico, i Moderati guidata dall’assessore provinciale Cesare Miraglia, e l’Italia dei Valori del segretario provinciale Vincenzo Demarte, che ha sciolto le riserve solo negli ultimi giorni. E, sotto sotto, sta con Bersani anche il sindaco di Alessandria Rita Rossa, che pure per comprensibili ragioni istituzionali ha preferito non schierarsi ufficialmente.
Non meno nutrite le “truppe” di Renzi, che contano sull’appoggio dell’assessore comunale alessandrino Gianni Ivaldi, del consigliere provinciale Cristina Mazzoni, dell’assessore provinciale Graziano Moro, di una folta pattuglia di pubblici amministratori novesi (tra cui l’assessore al Bilancio Germano Marubbi, “renziano” della prima ora), ma anche di due “pezzi da novanta” del Pd come il senatore Enrico Morando e il consigliere regionale Rocchino Muliere.
L’outsider più accreditato, Nichi Vendola, dovrà cercare di portare alla consultazione delle primarie non solo l’elettorato di Sel, ma quella sinistra “diffusa” (e magari un po’ delusa) che si è ultimamente dispersa in tanti rivoli, e in alcuni casi anche nell’astensione. Compito non facile, considerato che persino alcuni esponenti ufficiali di quell’area politica in questi giorni si sono dichiarati ancora indecisi rispetto al recarsi o meno domenica ai seggi.