Provincia: giunta sciolta a fine anno. Altri tagli in arrivo?
In attesa della sentenza della Corte costituzionale prevista per martedì (e che potrebbe rimettere tutto in discussione), a Palazzo Ghilini ridotte le retribuzioni ai dirigenti, e preoccupazioni per il futuro del personale. Filippi: è un decreto di stampo fascista, opera di un governo di cooptati che cancellano organi democraticamente eletti. E sul suo futuro politico dice
In attesa della sentenza della Corte costituzionale prevista per martedì (e che potrebbe rimettere tutto in discussione), a Palazzo Ghilini ridotte le retribuzioni ai dirigenti, e preoccupazioni per il futuro del personale. Filippi: ?è un decreto di stampo fascista, opera di un governo di cooptati che cancellano organi democraticamente eletti?. E sul suo futuro politico dice?
Al riguardo il Pd alessandrino, per voce del suo segretario provinciale Daniele Borioli, e del responsabile enti locali Domenico Ravetti (sindaco di Castellazzo Bormida) ha preso fermamente posizione: sì alla riduzione del numero delle province, no assoluto all’imminente taglio delle giunte: “Inaccettabile e prevaricatoria è, infatti, la norma che prevede la soppressione delle Giunte a decorrere dal 1° gennaio, e la sua sostituzione con una sorta di balzano “direttorio” costituito dal Presidente e da tre Consiglieri delegati, che dovrebbero guidare l’ente fino alle elezioni del 2013. Un pasticcio amministrativo: esattamente il contrario di ciò che servirebbe, vale a dire la piena operatività delle Giunte provinciali, proprio nel guidare la transizione dai vecchi ai nuovi enti”. E ancora: “Nel caso di Alessandria, questa misura appare per di più connotata da una concezione “autoritaria” del rapporto tra Governo centrale e Autonomie locali, del tutto irrispettosa della prova di responsabilità di cui, in primo luogo il Presidente Filippi, e in secondo luogo tutta la maggioranza che lo sostiene, hanno dato prova nelle scorse settimane, decidendo di rimanere al loro posto, nonostante i molti rischi, non solo politici, e procedendo in poche ore a ridurre, con una scelta difficile e dolorosa, alla riduzione del numero degli assessori, anche per dare un segnale sul fronte del contenimento dei costi della politica”. In attesa di capire se l’iter parlamentare potrà portare a sostanziali modifiche del decreto governativo, non resta però che farci i conti.
Intanto a Palazzo Ghilini si continua a lavorare nella direzione del riequilibrio del bilancio 2012: e in attesa di capire se arriveranno davvero introiti sostanziali dalle dismissioni di immobili (in primis la colonia di Arenzano, la cui seconda asta, con base di 7.832.610 euro, è stata indetta per il 21 novembre, con offerte entro il 20), si fanno i conti con i costi dei dirigenti. “Abbiamo tagliato – spiega Filippi – le loro indennità di risultato in maniera ingente, 500 mila euro fra 2011 e 2012, e abbiamo abbassato a tutti di una fascia l’indennità di posizione (circa 5.000 euro lordi a testa)”. Il presidente non dice, e lo verificheremo nei prossimi mesi, se sia prevista anche qualche licenziamento dirigenziale, come da voci di corridoio. Quel che è certo è che la legge di stabilità prevede, per il 2013, ulteriori ingenti tagli di bilancio per la Provincia di Alessandria: “sono passati da 5,5 a 7,7 milioni di euro: semplicemente una follia, considerati gli sforzi già messi in atto sin qui. E quanto alla riorganizzazione degli uffici e del personale in funzione della nascita della nuova Provincia unificata, attendiamo chiarimenti. Anche perché per il 6 novembre è attesa la sentenza della Corte costituzionale sui ricorsi presentati, e che hanno come oggetto proprio questa riforma. Mi sembra difficile però immaginare che il tutto avvenga senza esuberi”.
Sul suo futuro politico, infine, Paolo Filippi è laconico: “Non potrei ricandidarmi, e neanche lo vorrei. Ma gli eletti non si dimettono, mai. Per principio. Del doman invece non c’e certezza, è il bello della vita…”.