Sanità: ora si taglia sull’Alzheimer
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Diego Cartasegna - redazione@ovadaonline.net  
1 Novembre 2012
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Sanità: ora si taglia sull’Alzheimer

Cancellato il progetto "Caregiver", rientrodotta la vecchia commissione: le ripercussioni sono state pesanti tra maggiori disagi e burocrazia

Cancellato il progetto "Caregiver", rientrodotta la vecchia commissione: le ripercussioni sono state pesanti tra maggiori disagi e burocrazia

 OVADA – Secondo stime attendibili sono oltre duecento le persone affette dal morbo di Alzheimer nell’ovadese. Fino al settembre scorso era attivo, presso il Distretto (cioè nell’Ospedale Vecchio), per loro e per i loro famigliari il servizio “Progetto caregiver” che funzionava anche a Alessandria e Biella. Ma, mentre dei due centri maggiori esso esiste ancora, a Ovada è stato interrotto circa un mese fa. Le ripercussioni sono state ovviamente pesanti, anche perché esso erogava un sostegno a circa cento famiglie (i casi esaminati nel periodo in ci ha funzionato sono stati invece circa 200). L’interruzione del servizio è probabilmente legata ai noti problemi economici della Sanità piemontese, che versa – stando alle più recenti dichiarazioni dei responsabili del settore – in condizioni decisamente critiche. Sparito il servizio, si è tornati all’antico, con la “commissione di valutazione Alzheimer” che si riunisce periodicamente, esamina i casi, stabilisce la cura, mentre i farmaci vengono poi prescritti dal medico di famiglia.

Insomma, la vecchia trafila che il “Progetto caregiver” evitava. Quindi, in sintesi, meno aiuti e più complicazioni burocratiche. I famigliari dei pazienti naturalmente protestano. In una lettera inviata in redazione essi sostengono tra l’altro che «l’utenza ha rilevato il disagio. Il progetto infatti era finalizzato a prendersi cura sia di coloro che sono colpiti dall’Alzheimer sia del contesto che li assiste (cioè la famiglia, principale risorsa umana per il malato). Il famigliare, coinvolto 24 ore su 24 nell’assistenza, viene considerato ormai come “la seconda vittima dell’Alzheimer”. Da circa due anni i malati e soprattutto i loro famigliari ricevevano da un medico geriatra e da uno psicologo un’assistenza sia di tipo clinico che psicologico che forniva risposte alle molteplici problematiche che sorgono continuamente in chi vive e assiste una malattia così difficile da ogni punto di vista».

Insomma, un brutto colpo per tante persone che, da un giorno all’altro, hanno visto sparire un aiuto fondamentale. Inutile aggiungere che il “taglio” un servizio che funzionava è un altro modo di fare della malasanità.

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