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Diego Cartasegna - redazione@ovadaonline.net  
27 Settembre 2012
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Lavoro: sono le donne a pagare il trend della crisi

I dati dell'osservatorio provinciale parlano chiaro: la timida ripresa osservata a inizio 2011 è solo un vago ricordo

I dati dell'osservatorio provinciale parlano chiaro: la timida ripresa osservata a inizio 2011 è solo un vago ricordo

La crisi nell’ovadese si fa sentire pesantemente a livello occupazionale. Anche i dati offerti dall’osservatorio provinciale sul lavoro 2011, ancorchè aggiornati al 2011, fotografano sul territorio un trend che non può non preoccupare. Anche perché per certi versi la ripresa c’è stata, nei primi sei mesi dell’anno scorso. Ma è rimasta soffocata con il ritorno della recessione nel secondo. Un quadro a tinte fosche che dura tuttora. E quindi notevole crescita della mobilità pari al 20% e con una notevole incidenza delle assunzioni a termine che si rifletteva anche sui numeri relativi alle cessazioni dei rapporti lavorativi (più del 50% delle cessazioni risultava legato alla fine di un contratto a tempo determinato).
 
Le donne risultavano quelle più colpite dalla carenza di lavoro: su 1.627 persone iscritte al Centro per l’Impiego di Ovada come in cerca di occupazione, la componente femminile era largamente maggioritaria con il 62,2%, che diventava addirittura 77,3% di coloro che erano in cerca di una prima occupazione. Il dato era confermato dall’andamento delle nuove assunzioni, prevalentemente maschili (+ 82 nuove assunzioni rispetto al 2010 per gli uomini e solo + 17 per le donne), con gli stranieri che hanno fatto decisamente la parte del leone (+ 93 in un anno).
 
I dati complessivi però evidenziavano, mettendo a confronto le assunzioni con le cessazioni, alla fine del 2011, un calo occupazionale di 45 unità. Nell’industria poi risultavano in incremento le sole assunzioni a termine, ma a conti fatti, alla fine il bilancio annuale era negativo con 130 posti di lavoro in meno. In calo anche l’agricoltura (-4 posti), mentre in positivo erano solo i servizi con un + 41 nel lavoro domestico (badanti e simili), un + 69 negli alberghi e ristoranti e un + 27 nei servizi vari e personali. Negativo il saldo invece per il settore sanità e assistenza (con – 4 unità), per quello dei servizi alle imprese (con – 15) e soprattutto per il commercio (con – 35 unità).
 
Nel complesso, a fine 2011, dunque l’ovadese evidenziava un certo recupero del saldo occupazionale nei servizi non sufficiente, tuttavia, a farlo uscire da una situazione difficile.
Il settore industriale in particolare risultava il più colpito dalla crisi, soprattutto perché i comparti dell’edilizia (- 31 posti) e alimentare (- 42) risultavano in palese sofferenza con un andamento statico o recessivo. Inutile aggiungere che soprattutto nell’edilizia la recessione si è ulteriormente aggravata nel corso del 2012.