Saamo o son desto? Qualche considerazione sul trasporto locale
Da una lettera di Giuseppe Vignolo con alcuni pensieri che qualche politico locale potrebbe riprendere, almeno a settembre
Da una lettera di Giuseppe Vignolo con alcuni pensieri che qualche politico locale potrebbe riprendere, almeno a settembre
In estrema sintesi: l’azienda di autotrasporti Saamo si trova sull’orlo del baratro. La Regione continua a tagliare i contributi, i sindaci dell’Ovadesi (che sono proprietari dell’azienda) non danno segni di vita e, stando così le cose, lo spettro del fallimento si avvicina sempre più. Ma la Saamo era (e lo è ancora) un organismo che poteva operare in più settori, tanto è vero che per un certo periodo si è occupata anche del trasporto dei rifiuti, prima che questo ramo d’azienda passasse a Econet. Ma già in quella fase c’era qualcosa che non quadrava del tutto. Alcune amministrazione comunali dell’Ovadese (co – proprietarie di Saamo) avevano infatti affidato il servizio di raccolta della spazzatura ad altri soggetti. Strano: era come se un muratore, per tappare un buco in casa sua, chiamasse un’impresa edile.
Ma i guai veri e propri sono arrivati (e tutti già lo sapevano) quando la Saamo è tornata ad essere un’azienda di soli trasporti. E i nodi sono venuti al pettine. Più che nodi, sbagli. A cominciare dalla Regione che ha misurato l’efficienza del trasporto pubblico solo con l’utenza, poi i sindacati che si sono occupati unicamente degli interessi contrattuali dei lavoratori, dimenticando il resto, per finire coi Comuni, i quali si sono illusi che forse sarebbe arrivato un qualche Babbo Natale per ripianare le perdite. Perché non si è mosso nessuno? Eppure i politici locali hanno reagito energicamente quando sembrava che il governo volesse accorpare i piccoli Comuni…