“In 51 mila senza lavoro o in cassa integrazione”
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“In 51 mila senza lavoro o in cassa integrazione”

Silvana Tiberti di Cgil traccia un quadro “preoccupante” di un declino “iniziato 15 anni fa” ma che ora si sta manifestando in modo drammatico. Venerdì 21 una tavola rotonda con gli imprenditori “per trovare una via d'uscita”

Silvana Tiberti di Cgil traccia un quadro ?preoccupante? di un declino ?iniziato 15 anni fa? ma che ora si sta manifestando in modo drammatico. Venerdì 21 una tavola rotonda con gli imprenditori ?per trovare una via d'uscita?

Sono dati “allarmanti” quelli relativi alla crisi forniti da Cgil. Cresce la disoccupazione del 6% circa, la mobilità, la cassa integrazione straordinaria e in deroga. “Sono 51 mila rimasti coinvolti nella crisi che sono in cassa integrazione o in mobilità – dice Silvana Tiberti, segretario provinciale – Erano 45 mila nel 2010”. In meno di anno tutti gli indicatori sono peggiorati. Parte dai numeri, Tiberti, per delineare un quadro dalle tinte fosche.
La disoccupazione in provincia ha toccato le 32.434 unità. Solo nell’ultimo anno è cresciuta del 6% e ha visto 1.793 disoccupati in più. “Anche la mobilità che sembrava essersi stabilizzata ha conosciuto un nuovo incremento passando da 4200 a 4500. Un dato ancor più preoccupante se si pensa che tra questi ci sono 826 persone con più di 56 anni che entreranno nel limbo degli esodati”.
Cresce la cassa integrazione straordinaria che vede coinvolte 66 aziende nei settori metalmeccanico, chimico, edile e industria dei trasporti mentre sono più di 500 le aziende che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione in deroga. “Mancano però i soldi e i finanziamenti previsti e stanziati – ma non ancora trasferiti – coprono fino al mese di luglio”.
Un altro dato che è indice di una situazione provinciale “in declino” è la retribuzione media giornaliera che risulta più bassa della media regionale. Se in Piemonte un lavoratore dipendente percepisce 85 euro, in provincia di Alessandria si ferma a 80 euro al giorno. In Italia la retribuzione media è di 84 euro, ma al nord è di 88 euro e “all’estero addirittura di 193 euro”. Un indice che Cgil legge come una una debolezza del tessuto industriale e produttivo: “una debolezza che dura da 15 – 20 anni e che ha impoverito soprattutto il settore manifatturiero a vantaggio del terziario e de servizi ma che, nel lungo periodo, ha dimostrato tutta la sua fragilità. Se la crisi, in provincia, è sembrata in un primo momento meno dura, ora si manifesta invece in tutta la sua gravità”.
Per discutere dei tanti temi sul tappeto, Cgil ha organizzato una tavola rotonda il cui titolo è “E’ ora di fare”. Il simbolo è un orologio sulle cui lancette sono messe in evidenza le parole “sviluppo e coesione”. L’appuntamento è venerdì 20 luglio, dalle 9 alle 13 alla Camera del lavoro. Si parlerà di “dinamiche socioeconomiche del territorio e proposte per lo sviluppo”. E a fornire “spunti per lo sviluppo” sono stati chiamati “non le associazioni di categoria ma gli imprenditori”: Gabriella Arrigo di Michelin, Guido Ghisolfi della Mossi & Ghisolfi, Flavio Repetto di Novi-Elah-Dufour, Fabrizio Palenzona per Unicredit, Marco Revelli dell’università Piemonte Orientale, Pier Angelo Taverna di Fondazione Cral, Rita Rossa sindaco di Alessandria. Relazionano Francesco Montemuso di Ires Cgil e Emilano Briante di European House Ambrosetti.
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