Rifiuti: a chi interessa differenziare di più?
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Diego Cartasegna - redazione@ovadaonline.net  
17 Maggio 2012
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Rifiuti: a chi interessa differenziare di più?

Grandi manovre su una partita che coinvolge non solo i comuni ma anche gli ambiti territoriali e la Regione

Grandi manovre su una partita che coinvolge non solo i comuni ma anche gli ambiti territoriali e la Regione

 È stagione di bilanci, non solo per i Comuni ma anche per i Consorzi e le società partecipate, tra cui il Consorzio Servizi Rifiuti, la Srt (la società che gestisce le discariche del nostro bacino) e Econet. E proprio sulla questione rifiuti ci sono manovre in corso.  Intanto la questione della raccolta differenziata. Con i costi crescenti di smaltimento è ovvio che se si riuscisse a differenziare di più le spese per i Comuni scenderebbero e di conseguenza anche la tassa a carico dei cittadini. Oggi infatti la raccolta costa sempre più (col servizio porta a porta e tutte le spese collegate alla differenziazione) ma il maggiore investimento è spesso vanificato dall’insensibilità dei cittadini. Le percentuali di differenziata rimangono piuttosto basse, perché pochi utilizzano correttamente il servizio.

Anzi crescono in maniera preoccupante gli abbandoni di rifiuti anche in pieno centro urbano e ci sono persone che buttano nei cassonetti della differenziata qualunque cosa, rendendo così vano lo sforzo dei cittadini corretti. Recentemente si sono avviate riunioni specifiche (a Ovada l’11 maggio scorso), per migliorare la sensibilizzazione dei Comuni e delle Società affinché siano più vigili sul comportamento dei propri amministrati. Non è detto che ciò si traduca solo in multe o contravvenzioni. Qualcuno sta pensando a una diversa sistemazione dei cassonetti: non più in strada (dove tutti possono buttare “abusivamente”), ma nei cortili. Collocazione certo più scomoda ma forse più efficace per l’ambiente (e i bilanci).

Poi c’è l’aspetto normativo. È in corso di approvazione una legge regionale che ridisegna gli ambiti territoriali, ampliandoli. Ricordiamo, per inciso, che il nostro Consorzio (Acqui, Novi, Ovada, Tortona) ha finora consentito costi di smaltimento tra i più bassi del Piemonte. Cosa avverrà in futuro? Capiterà mica che le nostre discariche (che hanno una potenzialità residue di una decina di anni) saranno messe a disposizione anche di altri? Sarebbe una doppia sconfitta: economica e di programmazione.

Da registrare, infine, le “manovre societarie” nell’ambito delle società di raccolta. È dello scorso anno la nascita di Gestione Ambiente (Novi e Tortona) sulle ceneri della Sirmas (che deteneva il 40% di Econet, la società acquese-ovadese a capitale misto pubblico privato). Non è un mistero l’ambizione espansiva di tale società e pare che tutto ciò sia esploso durante la recente assemblea Econet. Ma è lecito che tutto ciò avvenga senza un coinvolgimento dei Comuni, che, fino a prova contraria, sono gli enti legittimati a rappresentare i loro abitanti e i loro interessi?

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