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Rebus bilancio: cosa fare per far quadrare i conti
Dai calcoli appare evidente come solo tagliando sulla spesa è impossibile compensare l'ammanco nelle entrare
Dai calcoli appare evidente come solo tagliando sulla spesa è impossibile compensare l'ammanco nelle entrare
Il Bilancio di previsione per il 2012 sarà per il Comune un vero e proprio rebus. Sono i numeri a dirlo. Rispetto all’anno scorso ci sono tagli nei trasferimenti da parte dello Stato pari a 660.000 Euro (in parte derivanti dalla manovra Tremonti dello scorso anno, in parte da quelle di Monti); applicando le aliquote base dell’IMU ci saranno 460.000 Euro in meno (rispetto al trasferimento compensativo dello Stato per l’ICI prima casa e il gettito ICI degli altri immobili); infine, a causa della crisi edilizia e dell’assenza o quasi di loculi in scadenza, si prevede che verranno a mancare altre centinaia di migliaia di Euro (la cifra al momento non è quantificabile). Fatti due conti, mancano all’appello 1 milione e 200 mila Euro (nell’ipotesi più ottimistica) oppure 1 milione e 400 mila Euro (in quella più pessimistica), vale a dire circa il 10% delle entrate (rispetto all’anno scorso).
Come rimediare per tappare questo buco che più che altro assomiglia ad una voragine?
Le strade sono diverse, ma tutte assai accidentate. Il nostro Comune infatti è già abbastanza virtuoso, per cui appare difficile andare ad incidere sui vari capitoli di spesa in maniera significativa, a meno che non si voglia tagliare drasticamente (scuola di musica, biblioteca, manifestazioni, servizi sociali, servizi sportivi) e quindi azzerare interi settori con risparmi che comunque non risolverebbero il problema. Non bisogna dimenticare che il grosso della spesa corrente è dato dal personale (30%) e dalla voce “ambiente e territorio” vale a dire la spazzatura (24%) dove in pratica non si può tagliare.
E’ probabile quindi non venga azzerato nulla, ma si “tagliuzzi” solo qua e là. Per trovare quattrini bisognerà dunque operare sulle aliquote IMU: più che la prima casa il problema sembra essere quello degli immobili produttivi: per avere un gettito pari all’ICI bisognerebbe applicare l’aliquota del 9%, il che vuol dire un raddoppio (o quasi) dell’imposta, con conseguenze pesanti sull’economia. Ma per far soldi c’è anche l’addizionale IRPEF oppure l’aumento dell’affitto dei loculi: purtroppo però queste operazioni possono dare solo cifre modeste.
Che succederà? E’ molto probabile che l’amministrazione comunale operi un sorta di mix di tagli su alcune voci di spesa e di aumenti delle tasse, colpendo sia i redditi che gli immobili.
In questo quadro di finanze locali in sofferenza, lo Stato intanto si ritira: l’Agenzia delle Entrate da maggio non pagherà più affitto e l’Ufficio del Giudice di Pace molto probabilmente sparirà.
Non c’è molto da scegliere Arrivano meno soldi dallo Stato ed agli enti locali vengono affibbiati sempre più servizi. In questo contesto naturalmente i cittadini se la prenderanno coi Comuni, che sono l’istituzione più a portata di mano. Il che, come direbbe Guareschi, è bello ed istruttivo.