Don Berto, il Prete Partigiano
Chiesa e resistenza a confronto. La serata Benedicta allAcsal fra storia, memoria e la proiezione dellultimo documentario del regista Orlandi
Chiesa e resistenza a confronto. La serata Benedicta allAcsal fra storia, memoria e la proiezione dellultimo documentario del regista Orlandi
A poco più di un mese dall’anniversario della Liberazione l’Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria, in collaborazione con l’Associazione Memoria della Benedicta, ha proposto una serata dedicata alla storia della nostra Resistenza. L’iniziativa di giovedì scorso, 22 marzo, è stata promossa con il Consiglio Regionale del Piemonte ed il Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana. L’incontro ha visto anche la presentazione del film-documentario Don Berto: un uomo, un prete, dedicato al prete partigiano Bartolomeo Ferraris.
Ha introdotto e moderato il dibattito Luca Ubaldeschi, vicedirettore de La Stampa.“Tenere viva la memoria è un dovere che spetta a tutti noi” ha affermato il giornalista, augurandosi che conoscere il passato ci permetta di pensare un presente ed un futuro migliori.
Andrea Foco, presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta, ha ringraziato l’Acsal per l’esperienza di collaborazione che le lega ormai da cinque anni. Il documentario su Don Berto è solo l’ultima di una lunga serie di iniziative e progetti, cui partecipano anche le istituzioni, che hanno come obiettivo il recupero dei luoghi della nostra provincia legati alla lotta partigiana e la diffusione dei valori della Resistenza, soprattutto fra i più giovani. È in preparazione anche una banca dati contenente importante materiale storico, che sarà resa patrimonio di tutti ed aperta per il libero approfondimento. Anche Pierangelo Taverna, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, grazie alla quale è stato prodotto il documentario, ha sottolineato l’importanza di salvaguardare e divulgare la storia della nostra provincia, impegnandosi a diffondere il film nelle scuole e tra i nostri studenti.
La parola è poi passata alla professoressa Marta Margotti Pellegrini della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino che, in preparazione della visione del documentario, ha approfondito il tema dei rapporti fra il cattolicesimo e la Resistenza nel periodo compreso fra il 1943 e la Liberazione del 1945. L’interazione fra queste due realtà, spiega la Pellegrini, fu possibile grazie ad una progressivo cambiamento dell’atteggiamento della Chiesa nei confronti del regime fascista. Dall’iniziale appoggio a Mussolini si passò, soprattutto una volta scoppiata la guerra, ad un graduale, seppur mai ufficialmente dichiarato, allontanamento. L’adesione o la collaborazione con i cosiddetti “banditi” delle truppe partigiane fu legata il più delle volte a questioni di tipo etico ed umanitario, più che a motivazioni ideologiche, ma nonostante questo la Resistenza rappresentò per alcuni cattolici una vera e propria palestra di politica, obbligandoli a dialogare con posizioni anche molto diverse dalle proprie.