Home

Caritas: la crisi ora morde sui padri famiglia italiani

Lavoro sempre più precario e non pagato la causa di crisi di molte famiglie non più in grado di far quadrare il loro bilancio

Lavoro sempre più precario e non pagato la causa di crisi di molte famiglie non più in grado di far quadrare il loro bilancio

Cresce il numero di capi famiglia italiani che si rivolgono allo sportello Caritas richiedendo un aiuto per far fronte alle loro condizioni di bisogno. Dietro ci sono storie simboliche del periodo di crisi che la nostra città sta vivendo. “Spesso – spiega Vittoria Tasca, coordinatrice dello sportello nel quale operano a rotazione 23 volontari – sono individui in possesso di un livello di professionalizzazione basso che perdono il lavoro, in particolare del settore edilizio. Non mancano però casi di individui che lavorano ma non vengono pagati. Il problema dell’occupazione sta assumendo accenti drammatici”. Nel totale sono 265 i capi famiglia, in rappresentanza di 670 persone ad aver chiesto un aiuto negli ultimi 12 mesi. Gli italiani assistiti sono 101, contro i 60 dell’anno precedente.
 
Al primo posto gli immigrati provenienti dall’Equador (165), seguiti dai romeni (134). Nel 2011 la Caritas ha distribuito 170 quintali di alimenti, 80 solo pasta e riso, provenienti dal Banco Alimentare, dall’Agea Aiuti, dalla Coop Liguria. Sono stati poi investiti 1.000 euro in più per l’acquisto di latte, olio, zucchero, tonno. “Abbiamo dovuto muoverci con attenzio – precisa ancora Tasca – a causa di una situazione economica che specie nei mesi di agosto, settembre e ottobre ci ha imposto grande prudenza. A dicembre sono cresciute le entrate provenienti dalle offerte dei fedeli (10.532 euro in 12 mesi) ed abbiamo chiuso con un saldo in cassa di 3.940 euro. Questi soldi sono già stati investiti nei primi mesi di quest’anno in cui, a causa del freddo, molti assistiti si sono trovati a pagare bollette del gas fuori dalle loro possibilità”.
 
La casa è un’altra emergenza per le fasce più basse della società: gli affitti sono alti, anche per abitazioni piccole e in cattivo stato nel centro storico. Anche perché molti proprietari preferiscono tenerle chiuse che affittarle a stranieri o persone in situazione precaria. Se la voce “contributo per la casa” è in discesa, 3.990 euro contro i 5.042 dei 12 mesi precedenti, bilancia ampiamente l’esborso per il pagamento delle bollette salita a 8.127 euro.
 
Sul fronte del lavoro, qualche risultato positivo è stato ottenuto con la collaborazione con la Provincia che ha consentito di attivare cinque borse lavoro.  
Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione